//DIEGO E LA PARTITA DEL GOAL IMPOSSIBILE

DIEGO E LA PARTITA DEL GOAL IMPOSSIBILE

di | 2020-11-26T18:29:18+01:00 26-11-2020 17:28|Alboscuole|0 Commenti
Di Leonardo Ricciardi-IV D
La morte di Maradona significa la fine di un grande calciatore e di un mito che ha fatto sognare Napoli e una generazione di tifosi.
DIEGO E LA PARTITA DEL GOAL IMPOSSIBILE
Napoli vs Juventus non è mai stata una gara qualsiasi. Non è un semplice incontro che si svolge nel rettangolo di gioco ma lo scontro tra due mondi agli antipodi. È la partita più significativa del calcio d’Italia sotto il profilo sociale, una sfida culturale sentita e importante che nel corso degli anni ha segnato la storia del calcio.  Per i Napoletani si tratta sicuramente del confronto più atteso di tutte le stagioni. La speranza di battere i bianconeri non muore mai.
Domenica 3 Novembre 1985
Lo stadio San Paolo da poco più di dodici mesi diventa la casa di Maradona, arrivato dal Barcellona con un contratto record per quell’epoca,  13,5 miliardi.
Lo Stadio San Paolo ribolle, nonostante il clima sia più simile a quello di Torino, piove, fa freddo ma gli spalti sono strapieni.
La Juve arriva al San Paolo con una striscia record di 8 vittorie. Il Napoli, reduce di un ottavo posto, vuole alzare l’asticella, acquistando un campione, Diego Armando Maradona. L’inizio di stagione del Napoli promette bene, infatti, in difesa, subisce poco solo che davanti fatica tantissimo.
Maradona non brilla molto e segna solo tre goal, di cui uno su rigore; tutti, pertanto,  sperano in una magia per contrastare una squadra, la Juventus di Trapattoni e Platini, costruita per vincere sia a livello nazionale che europeo. Ovviamente per contrastarla, serve il miglior Maradona di sempre che, senza esagerare, “nasce in quel freddo pomeriggio”.
Il primo tempo è dominato interamente dalla formazione partenopea di Bianchi. Varie sono le occasioni da goal che si presentano, ma manca la concretizzazione di queste azioni.
Finisce il primo tempo con due espulsioni: Bagni del Napoli e Brio della  Juve.  Riparte il secondo tempo e gli azzurri giocano allo stesso ritmo del primo tempo “a mille all’ora” e ben presto accadrà l’impossibile.
Minuto 28° della ripresa: c’è un calcio di punizione da battere in area di rigore a favore del Napoli. Siamo a metà tra il confine dell’area piccola e la linea dell’area di rigore, praticamente all’altezza del dischetto del penalty ma più verso destra. Maradona e Pecci sul pallone, con quest’ultimo che tocca leggermente la sfera per favorire il delizioso colpo del Pibe, che parte da fermo.
La palla ha uno strano effetto, gira, pare che sia telecomandata, disegna una parabola e,  in un fazzoletto dell’area,  salta la folta barriera (posizionata solo 5 metri in avanti) e va ad infrangersi sotto la traversa, alle spalle di un incredulo Tacconi. Una traiettoria irripetibile, una pennellata bella ed impossibile, un lampo di luce che brandisce il cielo di una giornata piovigginosa ma indimenticabile agli occhi dei più.
 Persino i più audaci studiosi di fisica hanno cercato di dare spiegazioni a quel moto irregolare di un corpo (la palla) che gravita meravigliosamente in fondo alla rete. Ci si può rompere la testa a forza di capire. Misteri della fede.
Napoli-Juventus 1-0, la partita del gol impossibile.
E come questa… tante altre partite.
Un altro calcio: già veloce ma ancora romantico. E di quel calcio Diego Armando era  il  profeta, come ha affermato Dario Ceccarelli su ilsole24ore.com.   In questi giorni si stanno sprecando pagine e inchiostro a fiumi su Maradona, ma l’essenza dell’amore per questo giocatore sta nel calcio stesso, capace di appassionare tantissima gente e certe volte regalare sogni a chi ha molto e a chi non ha nulla. Tutti i tifosi  sono accomunati dalla voglia di vivere momenti di gloria, attraverso le imprese di un “eroe”( magari dalla vita non specchiata come Diego) per riscattare la loro esistenza, che forse è troppo grigia.