di Dania Sabbadini
È ormai da settimane che ci siamo ritrovati catapultati all’interno di questa DAD e, sinceramente parlando, molti di noi ancora si stanno riprendendo dalla caduta. Che sia meno efficiente della didattica tradizionale ormai è chiaro, e in molti la reputano stancante e a tratti abbastanza frustrante (maledetto registro elettronico).Insomma, in pochi giorni abbiamo desiderato più o meno tutti di tornare a sederci su quelle “comodissime” sedie nella nostra classe ma, peccato per noi, questo non sarà possibile per un po’.
Probabilmente se uno di questi giorni dovessimo rivedere un nostro compagno non lo riconosceremmo più, tanto ci siamo abituati a vederci come un grumo di pixel che si muove a scatti a cui salta magicamente la connessione proprio quando il prof fa una domanda (accipicchia, che disdetta!).
E nonostante tutto finalmente (e siamo giustificati nel dirlo, almeno quest’anno), manca poco alla fine della scuola. Ma non possiamo di certo adagiarci: la DAD è sempre dietro l’angolo, pronta a farti rimpiangere (oltre all’essere nato) di aver passato il pomeriggio a dormire e guardare serie TV; sono proprio queste ultime settimane le più ardue, piene di verifiche che nessuno ha capito come fare, interrogazioni per cui nessuno ha voglia di studiare e la stanchezza che inizia a farsi sentire.
E proprio queste fantomatiche valutazioni sono al centro della maggior parte delle discussioni fra noi studenti (tranquillissime eh,non c’è nessuno che si fa prendere dall’ansia): qualcuno tappezza la camera di post-it,in un’altra classe si viene valutati per ogni movimento e respiro, altri hanno ricerche da consegnare da settimane ma nessuno sa cosa scrivere (e si finisce in posizione fetale a piangere in ogni caso). Non stiamo dicendo che non studiamo; è solo che l’ansia che ci coglie ad ogni lezione si trasmette fino al modem, il quale, a quel punto, collassa.
Per non parlare dei compiti che sembrano raddoppiarsi ogni settimana (o è la nostra motivazione che si dimezza di giorno in giorno?) e della tecnologia che non fa che darci contro: c’è chi ha una Wi-Fi pessima, chi ha il computer più lento di me quando torno in classe dal bagno e chi si ritrova con la connessione collassata sotto il peso di quattro persone che ci fanno lezione contemporaneamente. Per farla breve, proprio non si sopporta più, questa DAD.
Neanche i professori sembrano passarsela bene: fra “Profe, non la sento più!” e “Profe, ma ci sente!?” anche loro avranno sicuramente perso qualche anno di vita per il nervoso (e la voce, a forza di “Io vi sento, voi mi sentite!?”). E ormai questi poveri sventurati sono diventati degli esploratori, in cerca del luogo dove “prende meglio”, o dei blogger, portandoci in un tour della casa con loro.
Più che didattica a distanza, questa è disperazione a domicilio (tanto la sigla quella rimane). Metaforicamente parlando, la DAD è quella zia che alle cene di famiglia ci chiede della/del fidanzatina/o… insopportabile ma inevitabile.
Per sdrammatizzare, ecco una lista di cose che più o meno tutti facciamo (o abbiamo fatto) durante le lezioni online (Disclaimer: cari professori, si fa per ridere)
· Fingere problemi tecnici per non rispondere al professore
· Sistemarci le unghie e in generale farci belli (già dobbiamo stare a casa, dobbiamo pure fare schifo?)
· Andare in bagno
· Pranzare
· Dire di aver capito anche se non abbiamo ascoltato mezza parola (questo lo facevamo anche prima)
· Suggerirci a vicenda tramite WhatsApp
· Scacciare malamente genitori/fratelli/sorelle entrati in camera
· Inveire contro applicazioni varie ed eventuali
· Insultare la Azzolina (bonus maturandi)
· Fare sport (per quelli atletici)
· Dormire (già puoi seguire le lezioni comodamente dal letto… non vuoi fartelo un pisolino?)
· Guardare film/serie TV