di Alessandra Pagano- Mancano pochi giorni alla conclusione di un anno scolastico alquanto insolito, vissuto tra le mura domestiche, perché la pandemia da Covid ed il conseguente timore di contagio, hanno imposto l’isolamento. Il nostro modo di vivere è stato sconvolto e condizionato dalle misure di restrizione per evitare di contrarre il virus. Le limitazioni, l’isolamento e i coprifuochi hanno segnato profondamente tutti e hanno lasciato un segno indelebile nel cuore di ognuno. In particolare, noi ragazzi, siamo stati costretti a stare in casa, ad interrompere ogni rapporto con amici e parenti. Tra le prime restrizioni che abbiamo dovuto subire, c’è stata la sospensione della frequenza scolastica che ci ha catapultati in una nuova dimensione: la Dad, la didattica a distanza, una didattica che si avvale di strumenti on-line, non potendo essere più garantita la presenza fisica degli studenti e dei docenti in aula. E proprio grazie alla nuova forma di didattica, la scuola ha ripreso il discorso culturale, assicurandosi prima che tutti fossero in possesso dei mezzi tecnologici per seguire le lezioni da casa.
All’inizio c’è stata qualche difficoltà, in quanto non tutti i ragazzi potevano disporre di connessione Internet e spesso le lezioni erano interrotte da richieste d’aiuto, del tipo:
-Prof, non la sento!
-Prof, non la vedo!
-Prof, la vedo ma non la sento!
-Prof, la sento, ma non la vedo!
-Prof, ora la sento a scatti!
-Prof, mi scusi, è andata via la connessione!
-Prof, non la sento, provo a spegnere e poi riaccendere!
Non sono mancate anche difficoltà legate all’uso specifico dei nuovi strumenti, ma con l’aiuto dei nostri docenti, anche questi problemi, col tempo, sono svaniti.
In questo lungo e anomalo periodo, la scuola non ci ha mai abbandonato ed è stato un bene vedere i compagni e i professori, anche se soltanto da un piccolo schermo. Sui volti dei miei professori c’era, senza dubbio, tanta apprensione per il futuro di tutti, ma per non farci preoccupare, ci sorridevano sempre e, da educatori professionali, sono diventati confidenti, psicologi, insomma, una sorta di amici stretti. La Dad è stata appassionante, perché grazie alle lezioni virtuali, abbiamo imparato ad essere “più tecnologici”, usando la piattaforma scolastica ed elaborando materiale multimediale. I lavori di gruppo sono stati indispensabili, perché hanno permesso di incontrarci, seppure in maniera virtuale, sulla piattaforma G suite e di lavorare insieme, sostenendoci anche nei momenti più difficili.
Sono ormai alcuni giorni che siamo tornati in presenza ed è, certamente, la modalità che tutti noi preferiamo. Possiamo vederci finalmente negli occhi, l’unica parte scoperta del viso , senza uno schermo davanti, ci possiamo salutare, anche se solo con un leggero battito di gomito, possiamo finalmente parlare senza che le voci si accavallino, possiamo seguire la lezione senza il rischio di un “crash”, un blocco improvviso, insomma frequentiamo la scuola con una gioia maggiore e, soprattutto, con la speranza nel cuore, di riappropriarci presto della nostra libertà.