Di Virginia Greco II A
Questo è il secondo anno che la mia scuola P.N. Vaccina partecipa al progetto europeo Erasmus +: un progetto che prevede uno scambio tra alcuni alunni della nostra scuola e altri alunni di una scuola polacca.
L’anno scorso frequentavo la prima media e osservavo incuriosita gli ospiti polacchi nel mese di marzo aggirarsi per i corridoi della scuola accompagnati dai miei compagni italiani più grandi. Mi chiedevo allora come sarebbe stato vivere un’esperienza del genere, diventare amica di una ragazza mai vista prima e conviverci a stretto contatto per un paio di settimane all’anno; comunicare sempre in inglese e collaborare insieme per realizzare un videogioco con Scratch. La curiosità era molto forte e così, quest’anno che sono in seconda non mi sono lasciata sfuggire l’occasione e mi sono candidata per partecipare al progetto.
Ovviamente eravamo in tanti ad avere voglia di partire e di vivere questa esperienza, ma purtroppo il progetto prevede la partecipazione di soli 12 tra noi alunni della Vaccina. Abbiamo dovuto quindi partecipare ad un sorteggio tra tutti i candidati.
Così a metà ottobre scorso, un giovedì, siamo stati chiamati io e un mio compagno di classe ad assistere all’estrazione dei nomi dei partecipanti che si svolto nell’auditorium della scuola insieme agli altri alunni delle altre classi. Una volta lì ci siamo seduti tutti in attesa.
Io tremavo. Dentro di me avevo un mix di emozioni e non vedevo l’ora di sapere l’esito. Mi sono agitata ancora di più quando la preside ha chiamato la lettera della mia sezione e il ragazzo chiamato ad estrarre ha pronunciato il mio nome. A quel punto tutti si sono girati verso di me e io d’istinto ho sorriso, ma dentro di me avevo un miscuglio di felicità, paura, dispiacere…
Ero molto dispiaciuta per gli altri ragazzi che non erano stati sorteggiati e che piangevano; ero impaurita perché non sapevo e ancora non so cosa aspettarmi. Ma più di tutto ciò che è prevalso è l’entusiasmo, soprattutto quando ho scoperto che anche la mia migliore amica era stata sorteggiata e quando ho capito che non mi sarebbe mancato il sostegno e il supporto dei miei professori di tecnologia, di inglese, di italiano e di tutti gli altri.
Non vedo l’ora di iniziare a darmi da fare per vivere al meglio questa esperienza, e magari con questo diario provare a condividere tutte le mie emozioni con i miei compagni di classe e con chi avrà voglia di leggere.