//DESCRIVO IL MIO INFINITO

DESCRIVO IL MIO INFINITO

di | 2021-11-28T20:22:03+01:00 28-11-2021 20:21|Alboscuole|0 Commenti
Una volta mi è capitato di andare al mare in inverno, mi sono seduta sui sassi, con lo sguardo verso l’orizzonte; lontano, il mare calmo e di un grigio intenso e profondo, ed un silenzio irreale quasi malinconico. Guardo lontano e penso a tutti quegli aerei che giornalmente lo attraversano, lo sguardo delle persone felici e cariche per la partenza e il loro stupore per la bellezza di quest’immensa distesa d’acqua sotto di loro. Il mio sguardo fa un salto più in basso e i miei pensieri ora corrono verso quelle navi che lo solcano, navi turistiche e i suoi passeggeri che si godono le loro vacanze facendo foto e divertendosi; ma anche delle navi mercantili su cui viaggiano persone che questa volta non hanno lo sguardo di chi si diverte, bensì di chi sta lavorando con fatica e aspettando il momento di tornare a casa per finalmente riabbracciare le proprie famiglie. Poi mi fermo nel pensare e ascolto il fruscio del vento e il fragore di quelle onde che arrivano sui sassi con una potenza che non può non trasmette tranquillità e una forte sensazione, quasi indescrivibile, che ti fa sentire bene e che scaccia tutti quei pensieri negativi. Riprendo ad ascoltare così i miei pensieri e mi vengono in mente quei palloncini che, purtroppo, sono sfuggiti a dei bambini, lasciati così liberi, anche non volendo, e li immagino svolazzare nel cielo, in una nuvola colorata formata da tanti palloncini, e chissà fin dove riescono ad arrivare… Ci sono anche gli aquiloni, un bell’aquilone rosso, che mi fa pensare alla libertà, un aquilone solitario che svolazza tranquillo nel cielo, che passa accanto a gabbiani come se fosse uno di loro e continua il suo viaggio finché riuscirà ad andare avanti. Ritorno più in basso, ma questa volta ancora più in basso, nelle profondità di questo immenso mare, e mi vengono moltissimi dubbi, chissà che nasconde nei suoi fondali, quante tipologie di pesci, anfibi e qualunque altra specie subacquea non sia stata ancora identificata e non sapremo mai se nelle sue viscere più profonde si nascondono anche delle città sommerse come Atlantide ed il Palazzo di Poseidone. Con questo pensiero mi vengono ancora più dubbi come: esistono davvero i miti e le leggende che racconta Omero? E cosa potrebbe succedere se è davvero così? Ma, tralasciando questo, il mare ovviamente non mi fa pensare solo a cose totalmente positive perché esistono anche gli tsunami che non fanno pensare a niente di bello, solo a distruzione e disperazione. Questi sono pensieri che cerco sempre di scacciare ma non possiamo non ammettere che ci sono anche loro. Sono ancora seduta lì, su quei sassi, ed inizio ad immaginare questa volta a quello che c’è dall’altro lato, sull’altra sponda, forse una città, forse una spiaggia; provo a capire se lì fa caldo o freddo e che stanno facendo le persone in quel posto; può essere che c’è una scuola e che i bambini fanno rumore scherzando e gridando fra di loro come potrebbero esserci degli operai che lavorano sulla strada facendo un rumore assordante… “Ilaria!! Forza dobbiamo andare, è tardi!”. In quell’istante è come se mi fossi risvegliata da un lungo viaggio, invece erano trascorsi pochi minuti; quest’immenso mare mi ha regalato il tempo per sognare e per far viaggiare la mia immaginazione al di là di quella linea lontana che lo unisce al cielo. E’ da lì che inizia il mio infinito…  

Ilaria Ammirati classe III E

Umberto I° Lanciano (CH)