Di F. DE GIGLIO e V. DE NICOLO’ – Il diciannove ottobre nella scuola “Manzoni Lucarelli” tutte le terze si sono riunite per incontrare una persona, ma non una persona qualunque: chi potrebbe mai essere? In questo periodo si parla spesso della situazione in Afghanistan: dopo vent’anni sono tornati i talebani e l’hanno riconquistato e sottomesso, situazione non buona soprattutto per donne e bambini. Noi abbiamo avuto la possibilità di parlare con un emigrato afghano, Hashim, ragazzo molto coraggioso che ci ha raccontato la sua storia. Ha passato di tutto nella sua vita: ha rischiato di morire, ha visto carri armati sparare, bombe esplodere, ha abbandonato i propri famigliari e amici per salvare la vita ed avere un futuro. Ha lasciato le sue radici per ottenere i propri diritti di cittadino. Ha risposto a varie domande e ha raccontato che le donne non possono uscire di casa senza essere accompagnate dal marito o da un altro uomo della famiglia. Ci ha mostrato immagini sconvolgenti in cui i bambini, se vogliono andare a scuola, devono camminare per chilometri; alcuni, come finiva la scuola, studiavano mentre ritornavano a casa per poi andare a lavorare. E le scuole non sono edifici in muratura ma semplici capanne su resti di case distrutte e senza banchi e sedie. E se sbagli qualcosa, vieni bacchettato. Molti bambini avevano perso arti sulle mine ma volevano andare a scuola lo stesso. Questo incontro ci ha fatto capire che noi siamo fortunati a vivere qui, ma questo non significa che non possiamo aiutarli, ospitarli nel nostro paese dando magari le risorse necessarie per vivere. DAVANTI ALLA PENNA LE ARMI SI PIEGANO, ha detto Hashim, ma purtroppo succede il contrario: molti stati come l’Italia vendono armi ad altre nazioni. Non ci vergogniamo?…