dalla Redazione del TGTassoNews – “Dammi tre parole”, diceva una nota canzone. Ed eccole qua: “stop al genocidio”.
Tre parole urlate dal rapper milanese di origine tunisina Ghali mentre lasciava il palco di Sanremo nella serata finale che hanno infiammato il dopo festival, creando un vero e proprio caso politico.
Queste tre parole hanno, infatti, provocato una dura reazione dell’ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, che ha affermato di ritenere: “vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Del resto la canzone “Casa mia casa tua”, dedicata alla popolazione di Gaza, aveva già suscitato critiche da parte della comunità ebraica, per una strofa che dice: “Come fate a dire che qui e’ tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie, bombardate un ospedale”. Il diplomatico israeliano ha ricordato che nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival e altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi, ed ha concluso aggiungendo che “Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto”.
La replica è arrivata direttamente da Ghali che ha dichiarato: “Non so cosa rispondere, mi dispiace tanto che l’ambasciatore abbia risposto in questo modo. C’erano tante cose da dire. Continua questa politica del terrore e la gente ha sempre più paura di dire stop alla guerra e stop al genocidio, le persone sentono che perdono qualcosa se dicono viva la pace”.
Insomma, un vero e proprio polverone, tanto che l’Amministratore Delegato Rai, Roberto Sergio, ha fatto pervenire un comunicato in diretta a Domenica In, esprimendo solidarietà a Israele e alle comunità ebraiche.
Il rapper, ospite come i suoi colleghi sanremesi di Mara Venier, non fa marcia indietro e risponde: “Se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere allora ben venga. Non si può andare oltre. Ho sempre parlato di questi temi da quando ero bambino. Non dal 7 ottobre”.