di Bianchini Alberto 3^ C
Mi chiamo Alberto Bianchini, frequento la Classe 2^ C della Scuola Secondaria di 1° grado annessa al Convitto Nazionale Statale “Marco Foscarini” di Venezia e pratico lo sport del Calcio fin da piccolo. Il calcio per me è molto importante e per questo motivo mi piace giocare durante le attività educative che sono svolte a scuola dalle ore 14.00 alle ore 15.00 dal lunedì al venerdì con gli incontri del “campionato delle squadre delle Classi” ma lo pratico anche in attività extra-scolastiche. Il calcio, oltre ad essere uno sport che mi permette di esprimere le qualità di gioco nel contribuire con il mio ruolo in questo sport di squadra, mi piace anche perché mi aiuta ad avere uno stile di vita corretto. Nel praticare questo sport non solo mi aiuta nel darmi delle regole che sono valide nel vivere quotidiano ma anche mi stimola a capire che nell’affrontare un “avversario” bisogna tenere conto che anche lui è un calciatore come me e quindi bisogna rispettarlo attraverso l’applicazione delle regole del gioco e del fair play. Vorrei citare due frasi che mi hanno particolarmente colpito. La prima: “Non è vero che non mi piace vincere ma mi piace vincere rispettando le regole” che è del grande allenatore Zdenek Zeman che ha allenato molte squadre italiane sia di serie B che di Serie A. La seconda: “Parlare di Fair Play, di rispetto per l’avversario e di cartellini rossi al razzismo, non devono essere parole, devono essere fatti” che è del grande allenatore Josè Mourinho che ha allenato squadre di diverse Nazioni raggiungendo molti traguardi prestigiosi. Queste due frasi sono state pronunciate da due grandi allenatori, pertanto, secondo me, il Fair Play non è un’aggiunta che si può inserire nello sport; il Fair Play è sport. Se nel giocare non ci fosse il Fair Play allora sarebbe opportuno smettere di giocare! A volte nello sport, quello serio praticato a livelli professionistici, si assistono a degli episodi che non hanno nulla a che vedere con il Fair Play. Durante alcune partite di calcio si odono sugli spalti dei cori che inneggiano all’odio e al disprezzo e spesso si sfocia in violenze. Tutto questo viene riversato in campo dove alcuni giocatori spesso non rispettano l’avversario o giocano senza pensare che possono provocargli dei danni a volte molto gravi che possono essere anche permanenti per il resto della sua vita. In poche parole non è calcio ma è la “guerra” senza armi. Faccio una domanda a seguito di una mia personale riflessione: “che senso ha vincere sapendo di non aver giocato con lealtà o di aver barato?”. Personalmente non avrei la stessa soddisfazione vincendo un incontro sapendo di essere il più forte o di non aver rispettato in nessun modo il mio avversario. In campo ci sono due squadre ma con le stesse regole che devono valere per ogni giocatore! Queste riflessioni mi sono servite anche all’ultima edizione delle Convittiadi che si sono recentemente tenute a Lignano Sabbiadoro nel mese dello scorso aprile e che sono durate per una settimana. Il “nostro” Convitto ha partecipato con la squadra di Calcio a cinque a questa manifestazione sportiva dove erano presenti le squadre dei Convitti che attualmente sono presenti nel territorio italiano. La “nostra squadra” si è incontrata con le squadre dei Convitti di: Sassari, Palermo, Lovere, Udine, Parma, Montagnana (PD) e in finale con Cagliari. Brevemente accenno al risultato ottenuto durante lo svolgimento del torneo. La partita con il Sassari è stata vinta con il risultato di 8 a 0. L’incontro successivo con il Palermo ci ha visto vincitori con 6 gol di scarto. La partita con il Lovere è finita in parità con il punteggio di 2 a 2. La partita con il Parma l’abbiamo spuntata con il punteggio a nostro favore di 3 a 1. Approdati in semifinale abbiamo incontrato il Montagnana (PD) e lo abbiamo superato battendolo per 2 a 0. Siamo arrivati in finale. La finale è stata davvero una bella partita! Abbiamo affrontato il Cagliari e lo abbiamo battuto conquistando così l’ambita medaglia d’oro. Mi piace sottolineare che nell’incontro della finale i sostenitori della squadra del Cagliari hanno dimostrato di avere il rispetto dell’avversario ed hanno seguito le regole del Fair Play. In campo e fuori c’è stato sempre un clima di assoluto rispetto del gioco e dell’avversario. I tifosi della squadra del Cagliari hanno omaggiato la squadra del Convitto “Marco Foscarini” al termine della partita dimostrando così di accettare la sconfitta e riconoscendo il merito del “nostro” gioco. Questo è il Fair Play. Credo di esprimere ciò che anche i miei compagni avrebbero fatto in caso di sconfitta: sicuramente avremmo fatto la stessa cosa che hanno fatto i sostenitori della squadra del Cagliari!