a cura di Mario Aisa – classe II/A – scuola secondaria di I grado –
lunedì 23 Marzo 2020
Caro diario
inizio ad avere paura di questo essere invisibile, il Coronavirus.
Da giorni sento ormai parlare solo di virus, contagi, mascherine, Amuchina, quarantena…
Il mio cellulare mi aggiorna costantemente sul numero dei contagi e dei decessi. La notizia buona è che i più piccoli sembra contraggano il virus più difficilmente. Meno male! Mi sento un po’ egoista!
Pur essendo allarmato non riesco a capire la corsa ai supermercati, le corse alla ricerca delle mascherine, quando gli esperti ci dicono che la mascherina deve essere indossata solo da che ha già il virus. Spero solo che le persone contagiate possano guarire presto e che il virus scompaia per sempre!
Ora vado!
martedì 24 Marzo 2020
Caro diario,
la scuola è chiusa da diversi giorni e non ne sono per niente felice. Sono due giorni che in Lombardia, la zona d’Italia tra le più colpite da questa epidemia, fa registrare un leggero calo tra i contagiati, mentre le vittime sono in aumento e di questo sono molto dispiaciuto. Io me ne sto a casa, potrei stare a far niente ma mi manca la normalità, mi mancano i miei compagni, i miei professori e ti sembrerà assurdo ma aspetto che i professori inviino i compiti sul registro elettronico perché ho voglio di tornare alla mia vita, fatta di sacrifici e lamenti, ma è la mia vita.
In casa c’è un po’ di tristezza e un po’ di paura, i miei cercano di sdrammatizzare ma lo avverto che non sono sinceri. Ti confesso che non vedo l’ora che tutto questo finisca, voglio ritornare a fare tutto quello che facevo prima: uscire di casa, andare a scuola, ridere e scherzare spensieratamente. La cosa che mi manca tanto : gli abbracci dei miei nonni.
Il mio luogo ideale ultimamente è diventato lo studio e l’oggetto della casa che sto imparando ad usare di più in questo momento di chiusura forzata è la finestra, proprio quella dello studio, da dove posso immaginare. Immagino di essere lì fuori con la mia inseparabile bicicletta, oppure al campetto vicino a casa mia, a giocare infinite partite con i miei amici e mi vedo a ritornare a casa di corsa, dopo aver perso la cognizione del tempo, perché ho fatto troppo tardi e finirò, di conseguenza, i compiti molto tardi.
Rivoglio tutto!
venerdì 27 Marzo 2020
Caro diario,
ieri meglio sul numero dei contagi, oggi chissà! I numeri dicono che qualche contagio in meno c’è stato, questa benedetta curva, almeno per questo dato, sembra in leggera discesa e questo mi fa dire: meno male! Sembra di poter iniziare a vedere un po’ di speranza. Quello però di cui mi rendo conto e che sento intorno a me è la paura. Per me è la paura di un nemico che io immagino, come ce lo hanno disegnato, simile a una palla grigia con tante bocche rosse, ha un nome, ma non sappiamo dove sia e quello che facciamo per sfuggirgli non basta mai.
In fondo spero che sarà proprio la paura che ci farà reagire, per farci sentire che la vita va avanti e che è più forte della paura.
Oggi, inoltre, al di là dei numeri, dei bollettini medici, ecc., penso di essere stato partecipe ad un evento che rimarrà nella mia mente per tutta la vita. Ho assistito, con la mia famiglia, alla benedizione Urbi et Orbi del Papa all’umanità. Quell’immagine del Papa, solo, in quella piazza immensa, mi ha fatto tremare dentro e quando il Papa ha alzato l’ostensorio con Gesù Eucarestia per benedire il mondo, quell’immagine mi è rimasta stampata negli occhi, come nelle mie orecchie sento ancora il rumore forte della pioggia simile al rumore delle lacrime di tutte quelle persone che piangono i loro familiari che hanno perso.
Mi trema ancora il cuore!
sabato 28 Marzo 2020
Caro diario,
oggi è sabato. Stamattina mi sono ritornati in mente per caso, i tanti sabati quando uscivo con i miei genitori e alcuni nostri amici e andavamo a volte in pizzeria, altre al cinema. Invece sono già alcuni sabati che le pizze le facciamo a casa ed è bello sentire quel profumo che si spande per tutta la cucina ed è ancora più bello mangiarle comodamente seduto sul divano mentre guardo un bel film con i miei. Sto imparando ogni giorno di più a gustare il tempo, a gustare la famiglia. Si è vero questo mi piace, ma allo stesso tempo, sarà una contraddizione, spero che tutto questo finisca presto: spero che mia mamma finisca di usare varichina tutto il giorno, spero che possiamo tornare a giocare liberi e senza la paura di avvicinarci troppo l’uno all’altro.
Inoltre, mai in questi giorni, due frasi ci martellano in continuazione. La prima è :” io resto a casa” e la seconda “ andrà tutto bene” ed è questa quella che mi sentire come un pugno allo stomaco!
Quell ”andrà”, un verbo al futuro, non è adesso è domani. Adesso è il tempo della speranza che ci permette di affrontare la paura e che ci fa pensare che questa non è una situazione che durerà per sempre, ma finirà, e quindi potremo tornare a vivere la nostra vita, a superare l’ostacolo e a pensare che ci sarà un momento in cui torneremo ad abbracciarci, a mangiare una pizza insieme e finalmente torneremo a fare progetti per il futuro.
domenica 29 Marzo2020
Caro diario,
ho poche righe da scriverti oggi. Questa mattina ho visto i miei genitori un po’ più rilassati . Li ho visti tesi ultimamente, spesso mamma con gli occhi arrossati, ma oggi ho pensato a una frase che mi ha detto mamma e che lei ha sentito per radio. La frase è di Seneca : “anche se il dolore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza”. Io oggi l’ho fatto! Mi sento più sereno e già vedo questo brutto momento lontano.
Un futuro ancora più bello mi aspetta!
Ciao! Mari