a cura di Alexandra Rusu – scuola secondari di I grado –
4 Maggio 2020
Caro diario,
Oggi è stata una giornata molto speciale ,non vedevo l’ora di raccontartela!
finalmente dopo due mesi di quarantena chiusi in casa ,grazie al
decreto spiegatosi dal presidente Giuseppe Conte dove afferma che
da oggi,4 maggio ,ovvero l’inizio della fase due ,si possono incontrare parenti,
conviventi ,affetti stabili e congiunti ,è venuto a casa nostra Carlo.
Carlo è il fidanzato della mia sorella Amalia ed il mio migliore amico.
Lui è una di quelle persone sincere, speciali, che ti fa ridere ,che ti aiuta sempre.
Sono molto contenta che sia venuto ma avrei voluto allo stesso tempo
che venisse anche giulia, anche se non possibile perché gli amici non sono
ritenuti affetti stabili.
Giulia: Giulia è tutto per me.
Lei fa parte di me, non è solo la mia migliore amica, è una sorella per me .
Lei mi ha accettata prima che fossi come adesso, prima che avessi amici conosciuti, prima che avessi un aspetto che mi facesse sentire bella o almeno come le altre.
Lei c’è sempre stata per me, come anch’io per lei, in ogni momento buio, in ogni momento di felicità, in ogni mia decisione, in qualsiasi momento lei c’era .
Non posso spiegare cos’è per me ,nemmeno il nostro rapporto, ma posso dire che non rimpiango nemmeno un momento passato affianco a lei.
La giornata è iniziata con l’arrivo di Carlo, un’infinità di abbracci e sorrisi.
Successivamente ci siamo accomodati e abbiamo iniziato a parlare ,a raccontare ogni cosa che facevamo prima assieme, ad apprezzare quelle colazioni al bar : quando l’odore del caffè appena fatto ricopriva tutto il tavolo.
Io il caffè lo prendevo senza zucchero,(d’altronde come sempre),assaporando il gusto amarognolo che si dissolveva sulla lingua.
Assieme al caffè ordinavo un cornetto ai frutti di bosco, il mio preferito in assoluto .
Loro invece prendevano un cappuccino ,amavano quel sapore dolce accompagnato da dei pasticcini al cioccolato.
E così siamo arrivati a descrivere una colazione come se fosse la cosa più bella al mondo.
Poi abbiamo giocato a battaglia navale e stranamente ho vinto io ,direi che fosse fortuna e invece era solo un po’ di impegno.
Così, orgogliosa della mia vittoria, iniziai a cantare una canzone di Carl Brave che mi passava per la mente intitolata “ che poi “ .
Le prime frasi dicevano
“ da amici a fratelli siamesi,
e poi sei sparita per mesi,
e mo’ non capisco perché tra noi solo chilometri di pareti
…
Vorrei star incastrati come gli origami,
e non vederti è come star ai domiciliari”
e così abbiamo iniziato a cantarla insieme : eravamo esattamente tre teenager presi da un testo che raccontava di noi.
Dopo il pranzo a base di pasta alla norcina eravamo dei ciambelloni con una bella pancia rotonda .
(abbiamo mangiato così tanto che nel nostro stomaco stavano per sparire anche i piatti assieme alla pasta!)
Poi durante il resto della giornata ci siamo divertiti a modo nostro, cantando, parlando, giocando o semplicemente stando sdraiati sul divano sotto una grande coperta in silenzio.
Verso le sette di sera siamo scesi giù in garage con papà, ( il quale con mia grande sorpresa va molto d’accordo con Carlo) , e abbiamo acceso la musica con le casse al massimo.. nello stereo c’era un cd con musica rumena, quella tipica musica che ti fa venire voglia di ballare.
E infatti fu così: ci siamo messi a ballare ,papà per primo , abbiamo riso molto ,ci siamo proprio divertiti.
All’incirca tre anni fa mio padre comprò una barca come autoregalo per il suo compleanno.
Non so che modello sia ,però è stupenda! è una barca rosso acceso lunga circa 6 metri, direi un modello molto moderno e ben elaborizzato.
Io in questo periodo sto aiutando papà a sistemarla e infatti abbiamo iniziato a rifare le poltrone e con un grande impegno accurato nei suoi dettagli ci siamo riusciti.
Sono molto contenta di passare tempo con papà, noi due abbiamo lo stesso carattere e perciò ci capiamo bene .
Stiamo ore nel garage, parlando poco ma capendoci dagli sguardi.
A volte gli faccio qualche domanda e lui mi risponde con amore ,come se solo io riuscissi a capirlo.
Papà fa il tuttofare ed il suo garage è enorme a dir poco, è un posto magico ,anche se visto da mamma sembra un porcile.
Lì ,tra quattro mura (o un po’ di più) noi siamo felici ,senza compromessi ,senza litigi ,anche perché litigare non sta nel nostro carattere ,amiamo la tranquillità.
Dopo aver parlato di tutto e di più si fanno le otto e, purtroppo, Carlo deve andare a casa con le sorelle .
È stata una bellissima giornata e ne sono molto contenta !