di VERONICA LO GUZZO –
Probabilmente, tra vent’anni, il 2017 sarà universalmente noto per l’esordio di una nuova incredibile stella del panorama musicale. Tutti quanti parleranno con enfasi del suo primo singolo, Sign of the times, e di come esso ha rivoluzionato la storia della musica, nello stesso modo in cui Guido Monaco ha fatto, introducendo le note musicali.
Probabilmente il 7 aprile, data nella quale la canzone è stata pubblicata, sarà festeggiata per i secoli a venire come giorno del Miracolo, incarnato in Harry Styles, un altro ex One Direction (il terzo per la precisione, dopo Niall Horan e Louis Tomlinson) a cominciare finalmente la sua carriera da solista.
Non a caso il singolo, come tutto il suo album che significativamente si intitolerà Harry Styles, in uscita il prossimo 12 maggio, ispirato al rock anni ’70, è riuscito a raggiungere la prima posizione in 82 (dicasi ot-tan-ta-due) paesi dopo solo otto ore dalla pubblicazione sulle più importanti piattaforme digitali.
E che brano è questo Sign of the times, che rischierà di far entrare nel dimenticatoio il pezzo omonimo di Prince! La canzone si apre sulle splendide note di un pianoforte, tra le quali poco dopo la voce di Harry si fa strada: la melodia è inaspettatamente malinconica e lenta, l’intenzione alternativa e completamente opposta a quella cui ci aveva abituato, quando era membro della storica boyband. Il giovane ha spiegato che questa rivoluzione è avvenuta in lui per via degli stili musicali che in genere ascolta e che l’hanno debitamente influenzato.
Harry, che ha scritto la canzone con il produttore Jeff Bhask, in una recente intervista, ha raccontato il significato del brano che ha proposto come gustosa entrée del pasto completo rappresentato dall’album: si tratta di una vera e propria storia scritta dal punto di vista di una madre che, mentre sta dando alla luce il proprio bambino, è soggetta a una serie di complicazioni che la porteranno a morire.
Alla donna viene detto che il neonato sta bene, ma che lei non ce la farà a superare il parto. Ella, allora, decide di vivere gli ultimi istanti a sua disposizione per dire al figlio che deve smettere di piangere e che andrà tutto bene, che, anche se la fine di lei è vicina, lui dovrà vivere senza paura e facendosi valere (“Welcome to the final show,/ hope you’re wearing your best clothes”).
Se, come lui stesso fa intendere, ci può essere speranza anche nei dolori più grandi, c’è spazio nella nostra vita anche per le gioie: felicità vera è quella dei suoi numerosi fan che sono stati resi felici dalla sua provvida decisione di intraprendere la carriera da solista, anche perché molti lo consideravano sprecato negli One Direction e dotato di potenzialità superiori a quelle che servono per interpretare qualche canzonetta da adolescenti in crisi ormonale.
A settembre, inoltre, comincerà il suo tour che lo vedrà occupato fino a metà dicembre. Tra le tappe ve ne sarà una anche in Italia, il 10 novembre, all’Alcatraz di Milano.