Giovedì 20 febbraio noi della 5^ A abbiamo avuto l’occasione di visitare, con le prof.sse Maria Sagliocco e Lidia Pecorario, le Ville Vesuviane, tesoro di arte e cultura. Alla visita guidata hanno partecipato anche le classi 5^ B e 5^ D accompagnate dalle rispettive professoresse di italiano, Tilde Cinquegrana e M.Teresa Menale e dal docente di sostegno Leandro Lecce.
La prima Villa visitata è stata Villa Campolieto, situata lungo il Miglio d’oro, con vista mare.
La villa, piena di colori grazie ai numerosi stucchi presenti al suo interno, è arricchita di decorazioni con ghirlande e conchiglie; essa risale al 1755 e fu edificata per volere di Lucio di Sangro, duca di Casacalenda. L’opera fu commissionata a Mario Gioffredo, ma per successivi contrasti sorti tra l’architetto e i duchi Casacalenda, gli fu revocato l’incarico e il progetto passò nelle mani di Luigi Vanvitelli, il famoso progettista della Reggia di Caserta. Dopo la morte di Lucio di Sangro, la villa fu ereditata dal figlio Scipione che morì nel 1805 senza lasciare eredi; la proprietà della villa fu così divisa fra vari nipoti e ne cominciò un lento declino, culminato durante la Seconda guerra mondiale con l’occupazione militare.
Abbiamo poi avuto l’occasione di visitare Villa delle Ginestre, luogo che ispirò Giacomo Leopardi per una delle sue più celebri composizioni “La Ginestra“.
La villa fu costruita nel Settecento per volere di Giuseppe Simioli, professore di teologia, e nell’Ottocento essa andò in eredità alla famiglia Ferrigni, diventando una delle residenze preferite di Giuseppe Ferrigni. Costui trascorse diversi mesi nella villa insieme alla moglie Sara Ranieri e ai fratelli di lei, Paolina e Antonio; fu proprio quest’ultimo, lo scrittore Antonio Ranieri, a volere che il poeta Giacomo Leopardi fosse ospite nella residenza del cognato; così, in vista dell’arrivo di Leopardi, la famiglia Ferrigni si adoperò per ospitarlo nel modo migliore. Fu assunto un cuoco che si occupasse unicamente di Leopardi e fosse a sua disposizione tutto il giorno; si racconta infatti che il poeta amasse mangiare fuori dagli orari canonici e soprattutto che avesse molti vizi in cucina, ad esempio mangiava moltissimi dolci e pietanze fritte. I tre si trasferirono poi a Torre del Greco, mentre a Napoli scoppiava l’epidemia di colera, e fu qui che il poeta trascorse il suo ultimo anno di vita.
Dalla Villa si gode una magnifica vista sia sul Vesuvio che sul mare, inoltre si possono scorgere le isole di Capri ed Ischia ma anche tutta la Costiera sorrentina. In questa campagna ancora oggi ci sono delle ginestre, il fiore che tanto ispirò il poeta; pertanto, il legame tra Giacomo Leopardi e la Villa delle Ginestre resterà per sempre impresso nei versi de “La Ginestra” per una lucida e amara riflessione sul rapporto tra uomo e natura.
Entrare oggi nella Villa significa respirare il passaggio del poeta e sentirne la presenza. Come nella stanza del poeta, ambiente al piano superiore che conserva l’arredo originario nella disposizione verosimilmente adottata ai tempi del soggiorno di Leopardi.
Questa visita guidata è stata un’esperienza significativa ed emozionante, in quanto, avendo studiato l’autore Leopardi, abbiamo avuto l’opportunità di vedere da vicino quei luoghi dove lui ha soggiornato negli ultimi anni della sua vita, al fine di apprezzarli e così arricchire quelle nostre conoscenze con elementi e dettagli che nei libri scolastici non sono contemplati.
Betta Canciello (5^ A)