Strada Statale 415 Paullese, comune di Pantigliate, all’altezza di San Donato Milanese, 20 Marzo 2019
“Voglio farla finita per vendicare i morti in mare. Faccio una strage a Linate”. Un 47enne senegalese,
Ousseynou Sy, con precedenti penali vuole dare fuoco all’autobus che conduce. L’uomo avrebbe urlato queste parole davanti a circa 50 ragazzini. I testimoni hanno riferito che alcuni ragazzini sono stati legati con le fascette che utilizzano gli elettricisti e sono stati minacciati con un coltello. Una delle ragazzine a bordo ha provato a ricostruire quei minuti di terrore: “Ci ha ammanettati e ci minacciava. Diceva che, se ci fossimo mossi, avrebbe versato la benzina e avrebbe acceso il fuoco. Continuava a dire che le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini. Infine sono arrivati i carabinieri e ci hanno salvati”.
L’autista ha deviato il percorso stabilito, puntando verso Milano e dicendo: <<Oggi non si salva nessuno>>. Lo ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Luca De Marchis, intervenuto sulla SS Paullese nell’hinterland di Milano, dove l’autista di un autobus ha dato fuoco al mezzo sul quale viaggiavano due classi di una scuola media di Crema. Sempre secondo quanto spiegato dal comandante, grazie alle telefonate fatte da uno dei bambini al padre e dall’accompagnatore degli studenti al 112, l’autobus è stato intercettato da tre autoradio dei carabinieri di San Donato Milanese che sono riusciti a bloccare il mezzo, non senza difficoltà. Mentre alcuni militari parlavano con l’autista che, brandendo una tanica di benzina e un accendino, minacciava di bruciare tutto, altri carabinieri spaccavano i vetri e facevano scendere gli studenti, diversi dei quali, calandosi rapidamente, hanno riportato piccoli tagli ed ematomi. Quando è stato bloccato, alla domanda del perché avesse compiuto questo gesto, il 47enne avrebbe risposto “Per i morti nel Mediterraneo”. Le indagini sono coordinate dal pm di Milano, Luca Poniz, che procede con l’ipotesi di sequestro di persona e strage.
Momenti di spavento per i bambini, costretti a guardare negli occhi la follia umana, reagendo però con grande coraggio e raccontando in seguito la loro esperienza ai cronisti che li hanno avvicinati: “Ho avuto tantissima paura – ha raccontato all’Ansa uno dei bambini – e ho capito che eravamo salvi quando abbiamo visto i carabinieri e ho detto: ‘che bello!’
Particolarmente commovente il grido di uno dei ragazzini, che mentre scappava terrorizzato dall’autobus in fiamme, ha gridato un «Ti amo
» disperato, urlato forse ad una compagna di classe oppure ai propri genitori.
Un urlo straziante e pieno di terrore da parte di chi era, in quel momento, consapevole che avrebbe potuto morire dopo alcuni secondi.
Testimonianze drammatiche, quasi tutte sullo stesso tenore quelle dei piccoli occupanti del bus. Scene che potrebbero aver visto
in qualche fantasioso film d’azione ma che, sono stati costretti a vivere sulla loro pelle.
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