di Emilia Perrone-
Emilia era una bambina che portava degli occhiali particolari, di quelli che distorcono la visione del mondo, quelli tipici dei bambini, che mostrano tutto rose e fiori.
Non amava trascorrere il suo tempo con la maggior parte dei suoi familiari, tranne che con suo nonno, che si era sempre comportato diversamente. Quando lei provava a togliersi quegli occhiali per vedere com’era veramente il mondo che la circondava, lui non glielo permetteva, ma nemmeno glielo impediva. Aveva la delicatezza di svelarle piccole verità che le saziavano la curiosità, senza trafiggerle l’anima; le parlava di ciò di cui gli altri non volevano parlare. Il nonno sapeva che, una volta tolti gli occhiali, tutto sarebbe cambiato e lui voleva conservare la magia e la protezione di quelle lenti a lungo.
Nonno, come farò quando tu non sarai più con me?
Non pensare a questo, rimarrò a lungo, tranquilla.
Sì, ma quando accadrà come farò- insisteva Emilia – Andrai avanti per la tua strada – rispondeva il nonno – E poi ricorda: niente potrà separare due come noi anzi, il nostro legame si rafforzerà ed io continuerò a stare al tuo fianco, anche se in modo differente -.
Poi il nonno andò via e portò con sé la prima lente di quegli occhiali ed Emilia iniziò ad accorgersi che il mondo non era tutta una magia e che la vita non era sempre una fiaba a lieto fine.
Crescendo e diventando un’adolescente, Emilia perse anche l’altra lente…
Non si riconosceva più, era in piena confusione e soprattutto osservava con nuovi occhi tutto ciò che la circondava. Discussioni, scontri, litigi per un nonnulla con i suoi genitori e poi tante lacrime; voleva solo essere compresa e soprattutto quello che desiderava di più era racchiuso in una semplice parola: fiducia. Non riusciva a capire se fossero cambiati loro oppure era lei che non era più la stessa. Questo la spaventava; il profondo affetto per i suoi era un punto fermo, ma il desiderio di indipendenza, alle volte, sembrava sovrastarlo.
Anche con gli amici la sintonia non era più la stessa, si sentiva in trappola, spesso costretta ad accettare il volere altrui per compiacimento e questo lei non poteva proprio tollerarlo. Il nonno le aveva insegnato a pensare e ad agire con la sua testa e lei non poteva proprio deluderlo; allo stesso tempo, però, avvertiva il bisogno della protezione di quel gruppo di coetanei che considerava la sua seconda famiglia.
Quante litigate con le sue migliori amiche che spesso le apparivano come nemiche e, quando accadeva, non aveva più voglia di parlare, le parole le uscivano fuori a fatica. Allora si rifugiava nella sua camera e chiudendo la porta voltava le spalle a tutto e tutti.
Tante volte Emilia ha ripensato a quegli occhiali indossati durante la sua infanzia! Avrebbe voluto tanto rimetterli lì, sul naso, al loro posto ma, riflettendo, anche lei sapeva bene che questo non era possibile e soprattutto non era giusto.
La vita è fatta di luce e di ombre, alle volte le persone a noi care vorrebbero proteggerci a lungo evitandoci delusioni, fallimenti e frustrazioni, ma il mondo è pieno di limiti ed è proprio affrontandoli che ci si fortifica. Non c’è crescita se non c’è una caduta, solo così da infante si diventa fante, come scrive lo scrittore Alessandro D’Avenia.