Quando parliamo di sport, qualsiasi esso sia, la prima cosa che ci viene in mente è la salute e il benessere personale. Ma, inserito questo concetto nel contesto COVID, sembra quasi che esso ci stia privando della salute in tutti i sensi. Dopo una prima riapertura dei centri sportivi di ogni genere nei mesi estivi, nonostante la grande attenzione posta nel rispettare le norme da parte degli sportivi, e l’impegno degli imprenditori nel munire le proprie strutture dei dispositivi adeguati, essi sono stati nuovamente costretti a chiudere verso la fine di settembre.
Uno studio effettuato nelle prime tre settimane di riapertura dopo il Lockdown, ha dimostrato che l’incidenza dei contagi nei centri sportivi è irrilevante perché quasi pari a zero. Sono stati sondati 1.300 centri sportivi, e il totale degli accessi effettuati in questo arco di tempo è stati di oltre 8 milioni, il tasso di contagio è risultato dello 0,02%, ovvero 17 casi di positività su 10.000 persone. Questo magnifico risultato è frutto dell’adesione da parte dei centri e dei frequentanti alle norme igienico e socio sanitarie disposte dal governo. Ad esempio, nelle palestre erano state create delle applicazioni con le quali era possibile prenotare il proprio allenamento in una fascia oraria stabilita, con un numero di massimo di persone in sala definito in base alla capienza di essa. Inoltre veniva imposta l’igienizzazione degli attrezzi appena utilizzati, la sanificazione periodica degli ambienti e il divieto di docciarsi negli spogliatoi.
Nonostante tutti gli investimenti sostenuti dagli imprenditori, e nonostante la presenza di studi concreti che dimostrano l’incidenza minima dei centri sportivi sella totalità dei contagi, il Governo ha ugualmente deciso di lasciare chiuse queste strutture, favorendo però la riapertura, anche se limitata, di altri settori economici con incidenza maggiore sui contagi. Proprio in queste ore si sta diffondendo la notizia riguardo all’ipotesi di far slittare ulteriormente la loro riapertura fino ad ora fissata al 5 Marzo, con l’ulteriore ipotesi di consentire l’accesso solo ai soggetti vaccinati. E’ realmente necessario penalizzare ancora questo settore? Le norme sanitarie adottate sono realmente insufficienti?
Pensiamo ad esempio a centri estetici, nei quali i dipendenti hanno un contatto diretto con i clienti, spesso costretti a operare su clienti senza mascherina. O possiamo ancora fare riferimento a bar e ristoranti che, nonostante il fatto che siano stati danneggiati anch’essi per via delle limitazioni orarie, hanno potuto riaprire malgrado il fatto che per stare seduti al tavolo a consumare, è strettamente necessario togliere la mascherina.
E’ dunque così necessario, tenendo conto dei dati statistici, tenere chiusi i centri sportivi? Quali sono gli svantaggi in più, rispetto agli altri settori attualmente attivi, che comporterebbe la loro riapertura? E’ possibile trovare un compromesso purché si possa autorizzare nuovamente queste strutture?
FRANCESCO PIO GIORDANO, GIUSEPPE RAIMO (5^ C)