//Corri ragazzo corri

Corri ragazzo corri

di | 2020-02-07T19:30:01+01:00 7-2-2020 19:30|Alboscuole|0 Commenti
Di M. COLONNA, A. PASCALE, G. SAVARESE, 3^C – In occasione della Giornata della Memoria alla “Manzoni Lucarelli” abbiamo visto il film Corri ragazzo corri di Pepe Danquart (Francia – Germania 2015). Questa è la nostra speciale “recensione” >>> Ciao, sono Jurek. Mi rifugio nelle foreste dall’età di nove anni perché i cattivi mi inseguivano. Un giorno mi aggregai ad un gruppo di ragazzini sperduti come me e insieme sopravvivemmo con gli ortaggi e qualche gallina che rubavamo ai contadini. Avevo paura perché i cattivi erano in arrivo e mi dispersi, così continuai la fuga da solo quando un’anima buona mi accolse e mi nutrì. Avevo paura, molta paura, quando rimasi solo nel bosco senza i miei amici, senza i miei amici, senza la mia famiglia, senza il cibo, senza la libertà di godermi la mia gioventù, senza il caldo, senza una casa, senza indumenti, disperso nella foresta con la neve che ti faceva congelare, da solo, che cercavo lavoro pur di guadagnarmi un po’ di cibo. Tutto ciò all’età di solo otto anni. Sono un bambino, ormai grande, che è stato coraggioso fino all’ultimo, che ha avuto coraggio fino all’ultimo, ho avuto paura di tutto… Ma non avevo paura di credere in me stesso e ciò che stavo facendo per salvarmi la vita. Ho visto papà morire per me ed è solo per questo motivo che sono ancora vivo. È stato brutto vedere e sentire grida, pianti, case infuocate di persone innocenti, incolpate, maltrattate e uccise inutilmente senza aver fatto niente… Dai che qui non mi troveranno mai!… Devo far silenzio!… Dai Jurek resisti!… Non devo regalare all’aria nemmeno un respiro!… Dai, dai, non devo mollare!… Non aver paura, fra un pochino se ne andranno!… Oh no, sono scesi qui giù!… Penso che questa cantina, tra qualche minuto, non potrà più proteggermi!… Ora stai in silenzio… Meno male, se ne sono andati!… Ma cos’è questa puzza di fumo, che mi perseguita qui, sotto il pavimento?… Mamma mia, che calore!!… Cosa mi direbbe papà?… Cosa avrebbe fatto o provato al mio posto?… Qualcuno mi sente?… Qui non c’è più aria!… Ho paura, per favore aiutatemi!!… Forse se non morirò nei campi concentramento, morirò tra queste fiamme… …Poi incontrai una cattiva persona all’ospedale, cioè il medico che si rifiutò di curarmi perché ero ebreo e mi denunciò ai nazisti. Nella mia mente c’erano sempre le parole del mio papà: ”devi sopravvivere non mollare, dimentica il tuo nome, dimentica tuo padre e tua madre, MA NON DIMENTICARE DI ESSERE EBREO!”.