Di raffaella D’Avanzo – classe I sez. I
C’era una volta, in un paese lontano, un piccolo virus: “Corona” . Era famoso per il suo caratterino testardo, cattivo e disubbidiente
Lo chiamavano, scherzosamente, “Corona il virus monello”
Ma il sogno più grande di Corona era di girare il mondo. Passava giornate intere a sognare paesi lontani: “La Grande Muraglia la conosco, è nel mio paese! Vorrei vedere i mari caldi del sud del mondo, le montagne altissime in tutti i continenti! E poi monumenti famosi come la Tour Eiffel, il Colosseo, il Big Ben, l’Empire State Building!”
La sua corona da principe dei virus e il suo rango reale gli permettevano di poter andare ovunque volesse, ma non aveva ancora capito in che modo sarebbe riuscito ad andare molto lontano.
Inconsapevole dei danni che avrebbe causato, Corona partì dalla Cina e arrivò fino al lago di Varano. Nella lunga strada percorsa, però, fece danni, procurò malanni, paure, al punto da far abbandonare agli esseri umani le loro “abitudini gentili”.
Ma una classe di ragazzini di prima media della città di Adria che stava facendo attività all’aperto , capì che lavandosi le mani in modo accurato, starnutendo e tossendo nella piega del gomito , mantenendo accesa la loro vivacità e continuando, con queste piccole accortezze, a stare insieme e a praticare i gesti gentili a cui erano abituati, avrebbero fermato il viaggio di Corona che, da semplice curiosità di vedere il mondo, era diventato un flagello per le popolazioni.
I nostri piccoli eroi mandavano in giro per Como “biglietti gentili ”, frasi di conforto a chi era ammalato, a chi non usciva di casa per paura di contagiarsi. Pian piano le persone di Andria , poi dell’Italia, poi dell’Europa e infine del mondo intero cominciarono a dedicare gesti gentili agli altri, facendo diventare “virale” la gentilezza.
Corona a quel punto dovette fermarsi, tolse la corona da principe del virus e scrisse una lettera di saluto ai ragazzi della prima media che, con atti prudenti e fermamente “gentili” lo avevano sconfitto.
“Cari ragazzi , guerrieri della gentilezza, mi arrendo e vado via. Grazie a voi ho capito che per inseguire i propri sogni non bisogna fare del male agli altri, ma praticare gentilezza.”
Il mondo fu salvo e i bambini della classe terza di Como furono ufficialmente proclamati “guerrieri della gentilezza”. E con la canzone “Il coronavirus” cantata dal loro professore Graziano Santovito festeggiarono
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