Come promesso, l’ospedale speciale per i malati di Coronavirus è stato costruito in 10 giorni: completato il 2 febbraio e diventtoa operativo il 3 febbraio dopo.
La struttura nota con il nome di Huoshenshan ha circa mille posti letto e sarà gestita da medici militari. Oltre a Huoshenshan, la seconda struttura «gemella» per i malati a Wuhan, chiamata Leishenshan, può accogliere i primi pazienti dal 6 febbraio.
All’inizio dei lavori gli ingegneri pensavano di poter ridurre ancora i tempi della costruzione a una settimana, invece ci hanno impiegato 10 giorni.
Nell’ospedale Huoshenshan lavoreranno 1.400 medici militari, e la struttura iniziera’ a ricevere i pazienti a partire da domani. I lavori di costruzione, a ritmi serratissimi, con l’obiettivo di poter ultimare l’ospedale in tempi record, sono stati giornalmente seguiti dai media e dalle tv cinesi: un altro nuovo ospedale per la cura degli infettati da coronavirus, il Leishenshan, si prevede pronto già entro il 6 febbraio prossimo.
In Italia, invece, per costruire un opsedale ci impiegano dai 20 ai 40 anni e costano milioni di euro, tenendo conto che il 60% degli ospedali italiani ha più di 40 anni e hanno bisogno o di essere ricostruiti o di molta e costosa manutenzione.
Maxi ospedale nelle Langhe terminato dopo 20 anni
Come spiega Maurizio Mauri, presidente del «Cneto», «ad oggi lo “stato di salute” degli ospedali italiani non è dei migliori. Due dati su tutti: il 60% delle strutture ha più di 40 anni e la metà di tutti gli ospedali ha dimensioni troppo piccole. Ne consegue che nel primo caso siamo di fronte ad edifici non sempre sicuri, nel secondo caso a farla da padrone è l’inefficienza. Un buon ospedale, invece, deve essere pensato e costruito appositamente, dal tetto fino alle cantine. I vecchi edifici storici, per quanto suggestivi, non si possono certo adattare alla medicina del terzo millennio».
Se fino a poco tempo fa le strutture erano pensate in gran parte per accogliere i malati – l’80% degli spazi erano infatti dedicati alla degenza – adesso la tendenza è opposta. Grazie all’evoluzione della tecnologia, infatti, spazi sempre più consistenti, alle terapie e alle sale operatorie. dando maggiormente spazio ai «day hospital»
«Per anni – spiega Mauri – le strutture sono state costruite seguendo un modello verticale, costruendo ospedali di molti piani. Oggi sappiamo che questa logica non è te inefficiente. Ridurre lo sviluppo in altezza significa, per esempio, ridurre i trasporti verticali, spesso fonte di disagi. Ecco perché è preferibile che un ospedale moderno non sia più alto di tre piani e che il paziente non debba essere costretto a trasferimenti verticali o essere «trasportato» per più di 100 metri. Tutto ciò significa condizioni migliori per il malato e minori risorse da impiegare».
Importante è anche pensare a dove posizionare le sale operatorie e il pronto soccorso.
Caiafa Luigi 1^H