Di Claudia Lapenna – Classe II sez. L
Tutti noi sappiamo quello che sta succedendo. Ormai se ne parla ovunque . Ma se per caso questo ti sfugge, cosa impossibile, te ne parlo io o almeno cerco di raccontare quello che so e che ho potuto approfondire.
In realtà io non voglio spiegare cos’è questo virus, quali sono i sintomi, quanti contagi ci sono ecc… ma voglio provare a scrivere delle paure, delle ansie e delle paranoie che la maggior parte di noi connazionali sta vivendo.
Ultimamente tutti siamo particolarmente turbati: abbiamo paura di approcciarci alle persone, specialmente quella di etnia cinese, non usciamo quasi mai di casa, infatti anche nelle regioni in cui non ci sono ancora contagi siamo in isolamento autonomo… praticamente non viviamo più liberamente come prima.
Dobbiamo immaginare questo virus come un esserino piccolissimo che si intrufola dove non dovrebbe senza farsi vedere, come dice il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai: “questo virus ci fa tanta paura proprio perché non lo si conosce.”
Se ci pensiamo questa cosa avviene sin dall’età antica. Gli uomini primitivi andavano a caccia di bestie feroci che si nascondevano nelle caverne, quindi loro non sapevano della sua vera pericolosità e avevano timore dell’ignoto.
Quello che tutti noi possiamo e dobbiamo fare è provare a tutelarci con delle semplici mosse, che riguardano l’igiene personale e che dovrebbe esserci a prescindere dal momento che stiamo vivendo. Ad esempio dobbiamo lavarci spesso le mani, tossire e starnutire all’interno del gomito e dobbiamo evitare spazi chiusi e troppo affollati.
Perciò tutti noi dovremmo impegnarci a gestire il nostro panico personale per evitare che questo diventi un’onda indomabile, e poter così dare una mano a chi è chiamato a dare direttive per risolvere questo problema al meglio.