Alessandro Petito e Francesco Petrillo (5^ C)
Sei persone sono morte schiacciate dalla calca mentre tentavano di fuggire dopo che qualcuno aveva scatenato il panico con uno spray urticante, nella serata del 7 dicembre al locale “La Lanterna Azzurra” di Corinaldo, vicino ad Ancona. È stato un dramma generato da un evento troppo comune nei concerti di oggi: uno spray al peperoncino spruzzato durante il live. L’accaduto é qualcosa di assurdo e ingiusto. Trovare una spiegazione è difficile. Locali da 3500 persone che ne fanno entrare 5000 per avidità di denaro, sicurezza che non garantisce alcuna sicurezza, ragazzini che per rubare due collane e un telefonino mettono a repentaglio la vita e la salute altrui. È questo il genere umano? È questo il pubblico del rap?
Il rap è nato per unire le persone, non per ferire o uccidere. Un concerto deve essere un momento di festa, non di tragedia e morte.
É assurdo che, a causa della stupidità di pochi, siano morte persone che avevano l’unica “colpa” di aver voluto assistere a un concerto del loro artista preferito. Gli oltre 100 feriti e i 6 morti di Corinaldo sono un dramma umano che va oltre la musica e oltre qualsiasi strumentalizzazione. Quello che è accaduto quella sera poteva accadere a chiunque di noi, durante un qualsiasi concerto a cui abbiamo assistito. E proprio per questo il coinvolgimento emotivo di tutti è grande. Mentre le autorità competenti accerteranno le relative responsabilità, ci auguriamo che l’accaduto possa smuovere le coscienze delle persone, portandole a riflettere sulle devastanti conseguenze che incoscienti gesti possono portare. Questa storia dello spray al peperoncino ai concerti va avanti da anni, ed è assurdo che si debba arrivare a questo punto perché tutti se ne preoccupino e ne parlino. Poter godere dell’esibizione di un artista senza doversi preoccupare della propria incolumità è un diritto che tutti devono avere.
Molti, sul web e in tv, hanno attribuito la colpa della tragedia al rapper che doveva essere presente quella sera in discoteca, Sfera Ebbasta. Abbiamo visto insorgere tantissimi genitori contro di lui, lui che secondo noi non ha nessuna colpa.
Premessa: a noi che stiamo scrivendo queste righe, Sfera Ebbasta in generale non piace, se non qualche canzone. Ma non per questo bisogna attribuirgli colpe che non ha. La maggioranza dei genitori accusa il rapper di non essere di buon esempio per i figli, di portarli sulla cattiva strada e così via. Questo perchè gli argomenti più ricorrenti delle sue canzoni sono le belle donne e la droga. Partiamo dal presupposto che questi problemi casomai bisognava porseli PRIMA di mandare i propri figli ad un suo concerto, altrimenti è come se cadessi in una voragine perchè stavo camminando con gli occhi chiusi, e dopo esserci caduto incolpassi la voragine: essa era già lì, dovevo stare attento io a evitarla. È inoltre evidente l’incoerenza di queste persone, che tanto si aizzano a paladini della giustizia insultando un intero genere musicale e poi se si va a indagare il loro cantante preferito è Vasco Rossi, che chi conosce un minimo sa che è tutt’altro che è un esempio per i più giovani.
Fatto sta che a nostro modo di vedere, non è un musicista a dover educare i giovani, quello è un compito che spetta ai genitori; i musicisti fanno musica, niente di più. Insomma, non è colpa di Sfera Ebbasta se tuo figlio si droga, è colpa tua.
Ci auguriamo che l’enorme attenzione di queste settimane attorno alla tragedia del 7 dicembre scorso non si esaurisca in un breve periodo di parole e cordoglio. Quella disgrazia deve essere ricordata e analizzata e bisogna fare il possibile per evitare drammatiche repliche in futuro.