di Giovanni Malvestio, Classe di 2^A. – La 28^ Conferenza delle Nazioni Unite, con l’intervento del Presidente Charles Michel, sui cambiamenti climatici ai quali hanno partecipato i leader mondiali per il vertice sull’azione e per il contrasto del cambiamento climatico, conosciuta anche come COP 28, si è tenuta a Dubai, negli Emirati Arabi, dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Alla conclusione dei lavori, si è raggiunto l’accordo per avviare l’abbandono delle fonti energetiche derivate dai combustibili fossili entro il 2050. In tutte le precedenti COP non si era mai riusciti ad arrivare ad un simile accordo: la notizia seppur positiva non ha soddisfatto completamente il mondo delle Associazioni ambientaliste, che pretendevano un impegno maggiore da parte degli Stati per ridurre le emissioni da fonti non rinnovabili. Infatti nell’accordo non è specificato il modo con cui gli stati membri si impegnano a raggiungere il risultato. Vari osservatori, giornalisti e esperti hanno notato che, se comunque, si è raggiunto un risultato storico si è lasciato agli Stati una serie di “scappatoie” che potrebbero rendere vano l’accordo stesso. Un altro punto controverso riguarda il fondo creato per risarcire i Paesi meno sviluppati che subiscono i danni maggiori dal cambiamento climatico, infatti la cifra stanziata copre meno di un decimo di quello che realmente servirebbe ad aiutare chi subisce danni. Negli stessi giorni in cui si svolgeva il summit a Dubai gli attivisti di Ultima Generazione, in data 7 dicembre, hanno spruzzato con degli estintori acqua e Nesquik sulle facciate della Basilica di San Marco a Venezia, chiedendo che venga istituito immediatamente un fondo di risarcimento di almeno 20 miliardi di euro per contrastare i danni provocati dal cambiamento climatico. Gli attivisti hanno posto l’attenzione sul fatto che presto l’innalzamento dei mari potrebbe causare la fine definitiva del centro storico di Venezia. L’azione svolta da questo gruppo di giovani attivisti non violenti è stata ripresa e trasmessa da tutti i mezzi d’informazione mondiali. I ragazzi sono stati fermati dalla polizia e trattenuti mentre le facciate della Basilica sono state prontamente lavate e non hanno subito danni. La Procuratoria di San Marco, l’ente a cui compete la tutela e la manutenzione della Basilica, ha dunque deciso di non sporgere denuncia vista l’irrilevanza dei danni. Seppur condannando il gesto, lo stesso Ente, confida che questa scelta aiuti a far riflettere sulla comune responsabilità verso le generazioni future. Il giorno dopo, l’8 dicembre, gli attivisti ambientali di Extension Rebellion hanno versato del colorante verde fluorescente in diversi fiumi italiani e nel Canal Grande di Venezia per protestare contro la COP 28, ritenuta, dai ragazzi un vero e proprio fallimento. Inoltre, due attivisti si sono calati con delle funi dal Ponte di Rialto ed hanno srotolato uno striscione su cui appariva la seguente scritta: “COP 28: mentre il Governo parla, noi appesi ad un filo”. Gli attivisti hanno dichiarato che il liquido versato è innocuo e non inquinante per ambiente persone e animali. La manifestazione si è conclusa con 28 persone portate in Questura, identificate e sanzionate per complessivi 35.000 € di multa oltre alla denuncia penale per interruzione di pubblico servizio, dato che le corse dei vaporetti sono state fermate in zona Rialto per circa un’ora e venti. Inoltre, per alcuni di loro è stato disposto un divieto di entrare a Venezia per 4 anni; questo provvedimento è molto severo perché la maggior parte di loro sono studenti dell’università Ca’ Foscari che dunque non potranno accedere all’Ateneo per seguire le lezioni o per sostenere gli esami. È del 14 dicembre la notizia che 50 docenti di Ca’ Foscari si sono schierati a fianco di Extinction Rebellion chiedendo di non criminalizzare la protesta contro i Governi mondiali, dal momento che non offrono soluzioni realmente efficaci nel contrastare la crisi climatica.