di Leandro e Brando Adorno
La lunga strada verso la COP-26 di Glasgow parte dall’Accordo di Parigi nel 2015, la COP-21, che ha rappresentato il massimo di entusiasmo nell’azione per il clima.
Da allora, però, quella è diventata una storia di promesse non mantenute, di delusioni e di battute di arresto.
Nel frattempo le due grandi novità sono state l’ascesa dei movimenti giovanili per il clima e la pandemia.
Il 2021 è stato un anno contraddittorio con il ritorno delle azioni per il clima al centro delle politiche mondiali, ma anche di rallentamenti e difficoltà.
L’Accordo di Parigi è un accordo tra gli Stati membri della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) riguardo alla riduzione di gas serra ed al finanziamento degli interventi necessari a partire dall’anno 2020.
Il contenuto dell’accordo è stato negoziato dai rappresentanti di 196 stati alla ventesima conferenza delle parti dell’ UNFCCC a Le Bourget, vicino a Parigi, e sottoscritto il 12 dicembre 2015.
Nel novembre 2018, 195 membri dell’UNFCCC hanno firmato l’accordo e 193 hanno deciso di farne parte.
L’obiettivo dell’accordo di Parigi è quello di contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto della soglia dei 2°C, oltre i livelli pre-industriali, e di limitare tale incremento a 1,5°C, poiché questo ridurrebbe sostanzialmente i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici.
Tra gli altri obiettivi concordati c’è quello di unirsi ogni cinque anni per valutare i progressi collettivi verso gli obiettivi stabiliti ed informare le parti per aggiornare e migliorare i loro contributi a livello nazionale; infine, riferire agli altri Stati membri e all’opinione pubblica per realizzare l’azione per il clima.
Nel 2017 il presidente americano Donald Trump ha confermato l’intenzione di far uscire gli Stati uniti dall’accordo sul clima, un giorno dopo l’elezione.
Il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden, da parte sua, si è impegnato a far rientrare gli Stati Uniti nell’accordo di Parigi in caso di sua vittoria alle elezioni.
Quest’anno a Glasgow si sta svolgendo la COP 26 (in partnership con l’Italia), dopo un anno di ritardo dovuto alla pandemia.
La COP 26, (aperta il 31 ottobre 2021 e che si chiuderà il 12 novembre 2021), si occuperà di risolvere alcuni importanti dettagli dell’accordo di Parigi.
Tra i punti da discutere ci sono gli interventi sulle quantità di gas effetto serra e il supporto finanziario fornito ai Paesi in via di sviluppo.
Fondamentale sarà anche definire la regolamentazione dei mercati del carbonio.
Durante la COP 26, Greta Thunberg, insieme ai ragazzi del Friday For Future, ha criticato duramente i lavori, affermando che le persone al potere possono continuare a vivere nella loro bolla piena di fantasie, una delle quali è la possibilità di una crescita infinita su un pianeta finito in cui una soluzione tecnologica, che apparirà improvvisamente dal nulla, cancellerà immediatamente la crisi.
Tutto questo mentre il mondo sta letteralmente bruciando e una gran parte della popolazione mondiale sta subendo gli effetti devastanti della crisi climatica.
Noi giovani viviamo nella paura e nell’incertezza della situazione climatica e questo pesa moltissimo sulle scelte future se tutto intorno a noi va a rotoli; perciò studiare, avviare un’attività, creare una famiglia sarà impossibile.
Dovremo impegnarci tutti per affermare i principi del vivere ecologico ed evitare comportamenti ed azioni che possano pregiudicare il benessere della Terra: il nostro benessere coincide con quello del nostro amato pianeta.
È giusto unirsi e gridare a gran voce il nostro diritto a vivere in un mondo “PULITO”.