Nella città di Barcellona Pozzo di Gotto è possibile visitare molti siti interessanti per il loro valore artistico, storico e culturale. Fra questi, sicuramente occupa una posizione di rilievo il seicentesco “Santuario di Sant’Antonio di Padova” che, sin dalla sua istituzione, ospita nel suo convento l’ordine dei Frati Minori Francescani. Nel 1613 i frati Minori del convento di S. Maria di Gesù di Castroreale ottennero la concessione di un piccolo appezzamento di terra nel casale di Barcellona, in contrada del Finocchito. Qui i frati vi costruirono una chiesetta intitolata a Sant’Antonio di Padova e un’abitazione, destinata a deposito e ricovero, che nel 1622 fu canonizzata come convento, mentre qualche anno dopo, probabilmente nel 1630, gli stessi frati iniziarono, come mastri fabriceri, a costruire una nuova chiesa destinata alle devozioni della popolazione locale. Fra i secoli XVII e XVIII, grazie alle elemosine dei fedeli, fra Francesco da Barcellona si adoperò per decorare la nuova chiesa con dipinti e stucchi ed ingrandire l’iniziale convento con la costruzione di nuovi dormitori e di un chiostro a pianta quadrata. A causa di alcune leggi di soppressione delle corporazioni religiose, però, nel 1866 i frati furono allontanati dal convento, che venne destinato al Demanio dello Stato e ceduto al Comune di Barcellona, per essere adibito inizialmente ad asilo infantile, poi come alloggio delle truppe regie e infine come ricovero per gli indigenti. Così, dal 1888 al 1891, la chiesa fu sconsacrata a causa dell’occupazione militare e trasformata in scuderia per cavalli. Inoltre, dal 1893, il comune affidò il convento all’agenzia di coltivazione dei tabacchi, che aveva avuto originariamente sede nella città di Milazzo. Nel 1920, a causa della carenza di sacerdoti in città, l’arciprete mons. Nunziato Bonsignore fece ritornare nella loro chiesa di S. Antonino i frati minori, che furono costretti a vivere in piccoli spazi, ricavati fra il vestibolo e il coro della chiesa stessa, perché il convento era ancora destinato alla lavorazione dei tabacchi. Un pezzo alla volta e dopo molti sacrifici, però, negli anni successivi i frati riuscirono a recuperare l’intero immobile, che formalmente gli venne ceduto nel 1936, ma con una clausola: essi avrebbero potuto prenderne possesso solo dopo lo spostamento dell’agenzia per i tabacchi nella nuova sede in centro città, cosa che avvenne il 1° ottobre 1950. Nel 1956, infine, riuscirono a riacquistare anche la proprietà della chiusa di Sant’Antonino (parte della ex selva del convento) e del pozzo nel chiostro. Finalmente, dopo 90 anni dall’introduzione delle leggi di soppressione, il convento tornava ad essere libero, ma i frati dovettero occuparsi poco alla volta del suo restauro e di quello della chiesa, che si trovavano in pessimo stato, sia a causa della destinazione impropria e della scarsa manutenzione, sia per i danni subiti durante la Seconda Guerra mondiale. Oggi, la seicentesca chiesa di S. Antonio di Padova, inteso S. Antonino, dichiarata Santuario diocesano nel 1983 da S. Ecc. Rev. Mons. Ignazio Cannavò, è il centro degli interessi religiosi e delle attività sociali, culturali, e ludico-ricreative di un popoloso quartiere e attrae giovani e adulti da ogni parte della città e dei comuni vicini. All’interno della chiesa, formata da un’unica navata, sono custodite numerose opere artistiche di storico valore. Sull’altare maggiore è possibile ammirare un prezioso ed espressivo crocifisso ligneo quattrocentesco e la seicentesca statua di S. Antonio da Padova, mentre nelle navate, ricche di affreschi anche settecenteschi e di vetrate decorate, sono presenti le statue dell’Immacolata e di San Giuseppe; inoltre, in posizione rialzata, è possibile notare un caratteristico coro di settecentesca costituzione. Indubbiamente singolare è il chiostro, formato da colonne in pietra con resti di affreschi realizzati in stile semplice tipicamente francescano. Il convento, oltre ad ospitare l’ordine dei Frati Minori Osservanti, è il centro di molte attività liturgiche e di catechesi, caratterizzate dalla presenza di gruppi che favoriscono l’aggregazione di adulti e bambini, come l’O.F.S. (Ordine Francescano Secolare), la Gi.Fra, (Gioventù Francescana), gli Araldi e Araldini che insieme condividono un cammino di crescita nella fratellanza ispirandosi al percorso di San Francesco d’Assisi. Questi gruppi, sotto la guida dei frati ed insieme ad altre persone attive in vari settori educativi, organizzano, oltre a degli incontri settimanali, vari momenti di socializzazione, come ad esempio la scuola calcio, il Grest estivo ed il presepe vivente natalizio, coinvolgendo l’interesse di gran parte della cittadinanza locale, soprattutto giovanile, distogliendola da altri percorsi di vita poco formativi.
Giulia Valenti