SONO ANGELO,
UN BAMBINO TIMIDO E DELICATO
Stasera mi sono divertito un mondo alla festa del mio amico Luca: tantissima gente, le luci bellissime, le bevande e il cibo fantastici, e la musica a tutto volume poi, che spettacolo! Insomma, tutto meraviglioso finché, ad un certo punto, sono arrivati loro. Erano in quattro, sbruffoni ed esuberanti, alti e massicci. Ad un certo punto della serata, hanno cominciato a prendere di mira un ragazzino dalla statura minuta, insultandolo pesantemente e ridicolizzandolo davanti a tutti. Non riuscivo a spiegarmi il perché, ma era come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco. Non potevo rimanere indifferente, dovevo agire. Sono intervenuto improvvisamente e non so nemmeno chi mi abbia dato la forza per uscire così allo scoperto. Quel ragazzino, tra l’altro, mi pareva di conoscerlo. Aveva gli occhi azzurri, la carnagione chiara resa ancor più bianco-latte dalla paura e tremava come una foglia. Dopo averlo difeso, rimanere alla festa non aveva senso. Abbiamo deciso così di dirigerci verso la mia abitazione, poco distante dal luogo in cui eravamo. Più camminavamo fianco a fianco, più la mia sensazione di conoscerlo aumentava; chiacchierando, lui mi ha confidato che non era la prima volta che si trovava in situazioni simili. Arrivati a casa, seduti sul divano davanti ad una bevanda calda, finalmente mi sono ricordato dove l’avevo visto: era il bambino che mi saltava addosso alla scuola materna! Sono corso in camera mia e ho rovistato in alcuni vecchi diari che avevo scritto qualche anno prima; ne ho preso uno che conservavo con molta cura e aprendolo, ho trovato la pagina, proprio quella che cercavo, ed ho cominciato a leggergliela: ”Caro diario, ogni mattina mi alzavo felice e andavo con tanto entusiasmo alla scuola materna perché potevo giocare con i miei compagni: tra questi ce n’era uno che voleva stare sempre con me e che, ogni giorno, mi aspettava all’entrata per saltarmi addosso. Lui era più alto e grosso di me, e per questo mi faceva male; Io so che lui, anche se mi assaliva con foga, lo faceva solo per giocare. Infatti io gli ho voluto bene comunque. Alla scuola elementare mi svegliavo pieno di gioia perché potevo andare a scuola e imparare dalle maestre ma anche dai compagni. Ogni volta, alla ricreazione, non trovavo la mia merenda e rimanevo senza mangiare; un compagno di classe mi chiedeva con forza di comprarla anche a lui; io lo so che lo faceva perché aveva molta fame. Infatti io gli ho voluto bene comunque. Sono cresciuto ed approdato in prima media. Quando arrivavo in classe ero l’unico che appendeva il proprio giubbotto, mi sedevo e cominciavo a seguire la lezione; alla fine della giornata scolastica, quando andavo a prendere il mio giubbottino di pelle, vedevo che era tutto tagliato e che non mi sarebbe servito per coprirmi. Sicuramente lo facevano solo perché non avevano giubbotti e quindi volevano scherzare con il mio. Infatti io gli ho voluto bene comunque. Arrivato in seconda media ho scoperto che mi avevano fatto un video mentre mi prendevano in giro ma io lo so che volevano solo provare un’applicazione del nuovo cellulare. Infatti io gli ho voluto bene comunque. Ora, in terza media sono meno timido, mi diverto molto perché, oltre ad imparare, svolgo molte attività. Quando andiamo in palestra, alcuni si divertono a farmi lo sgambetto; io li ho sempre perdonati perché non mi hanno fatto molto male. Oggi è mercoledì e saremmo dovuti andare in palestra; alcuni compagni mi hanno fatto il solito sgambetto ma, questa volta, io ho sbattuto contro il muro e mi hanno portato con urgenza in pronto soccorso perché avevo tutta la faccia insanguinata. Ora sono qui, sul lettino di sala operatoria in attesa che mi rimettano a posto il viso. Intanto la mia mente corre indietro… Se lo avessi detto alla maestra quel bambino non mi sarebbe saltato addosso. Se ne avessi parlato con i miei genitori, non avrei dovuto comprare altre merende. Se avessi raccontato di quel maledetto video, non sarei stato ridicolizzato da tutti. Se mi fossi confidato con la professoressa, ora il mio sorriso sarebbe intatto. NONOSTANTE TUTTE LE INGIUSTIZIE SUBITE, NON VOGLIO SMETTERE DI VOLER BENE, MA SE SOLO AVESSI PARLATO PRIMA…” Dopo averla letta, ho visto qualche lacrima scorrere sul suo viso; mi ha chiesto scusa e ci siamo abbracciati calorosamente. Rimasto solo, ho riflettuto molto su ciò che era accaduto… Mi sono chiesto perché tutti coloro che assistono ad atti di bullismo non reagiscono. Sarà per paura o forse solo per indifferenza? Ciò che ci accade intorno, ci riguarda sempre! Non voltiamoci dall’altra parte e ricordiamocelo!