La Basilica di Santa Maria degli Angeli, edificata fra il 1569 e il 1684, è una delle chiese più grandi del mondo e contiene al suo interno la Porziuncola, l’antica cappella in cui San Francesco era solito pregare, dove aveva fondato il suo ordine e dove era morto. Durante la Seconda Guerra mondiale aveva accolto tante persone costrette a rifugiarsi li perché considerato luogo inviolabile dai tedeschi “qualcuno partecipava alle funzioni e ascoltava le Messe celebrate ai vari altari, altri stavano nella zona del Roseto, altri nell’area del Chiostro; in quei giorni era stata tolta la clausura perché c’erano intere famiglie ricoverate lì” (da “La bottega della sarta”)Purtroppo, Santa Maria degli Angeli non era protetta come Assisi e i cittadini avevano molta paura dei bombardamenti: erano state colpite le zone della stazione e della Montecatini, punti fondamentali per la vita della città. Questo sentimento spinse i frati e i cittadini a smontare le vetrate dell’abside, perché se fossero state colpite i vetri si sarebbero frantumati in mille schegge. Purtroppo la Basilica non rimase illesa e venne colpita: “La piombatura della cupola era stata colpita e grossi proiettili erano caduti su alcune delle celle dei frati, sul piazzale e sull’orto sradicando una cinquantina di alberi, tutti i vetri del cupolino erano andati in frantumi e la Madonnina segnata dai proiettili”. (da “La bottega della sarta”) Fortunatamente i danni non furono gravissimi e la Basilica continuò ad essere la casa degli angelani: “Ma tu lo sai che la Basilica per noi è un po’ una casa; alleggerisce il lavoro quotidiano e poi, con tutta la gente che ci viene, ci apre al mondo”. (da “La bottega della sarta”)
Concorso “I monumenti raccontano”
a cura degli alunni della classe III/C – scuola Secondaria di I grado – coordinazione della prof.ssa Marcella Olivieri –
Basilica di Santa Maria degli Angeli.