//Concorso “I monumenti raccontano”

Concorso “I monumenti raccontano”

di | 2022-06-30T01:15:41+02:00 30-6-2022 1:15|Alboscuole|0 Commenti
a cura degli alunni della classe III/C – scuola Secondaria di I grado –  coordinazione prof.ssa Marcella Olivieri –  Convitto Nazionale Orfani dei Maestri.
Nel 1866, il Cristofani, insigne storico assisiate, ebbe l’idea di costituire ad Assisi un Collegio per studenti orfani degli insegnanti elementari del nuovo Regno d’Italia. La proposta fu portata a compimento dall’umanista Raffaello Rossi. Nacque così nel 1875 il “Collegio Nazionale per i figli degli insegnanti elementari”. Il sito scelto allora fu l’edificio del Sacro Convento che ospitò il Convitto fino al 1927, anno in cui venne inaugurato il nuovo edificio, ove attualmente si trova il Collegio. Durante la seconda guerra mondiale il Convitto venne trasformato in ospedale militare: le camerate diventarono bianche corsie e nei cortili si aggiravano uomini sofferenti per le ferite di guerra. Numerosi allievi persero la vita sui vari fronti della guerra: una lapide, che sorge vicino a quella che ricorda i caduti della prima guerra mondiale, ne ricorda i nomi. Durante la guerra erano rimasti solo una quarantina di allievi che vennero ospitati in condizioni precarie e solo grazie all’interessamento del Vescovo Mons. Placido Nicolini, nel Palazzo Locatelli. Dopo essere stato ospedale militare, il Convitto fu occupato dai militari tedeschi, poi dalle forze anglo-americane e infine dai profughi. Questo provocò danni rilevanti alla struttura. Grazie all’impulso del Rettore Giovanni Barbieri e all’interessamento di un ex convittore che era diventato Ragioniere Generale dello Stato, prese il via la ricostruzione con un fondo di 30 milioni di lire da parte del Governo e 13 milioni di lire dall’amministrazione dell’Istituto. Queste cifre  consentirono di rinnovare l’impianto elettrico mettendo in opera 1000 lampade, di sostituire 2000 vetri, di ampliare dei locali adibiti allo studio, di sistemare i dormitori, di rifare la pavimentazione dei corridoi, di installare un impianto radio centralizzato e uno per i telefoni interni, di acquistare nuovo vasellame e cristalleria, di piantare alberi da frutta nei cortili e di riparare centinaia di mq di tetto. Era l’inizio di una nuova vita per il Convitto che tornò ad ospitare dai 200 ai 220 allievi.