a cura degli alunni della classe III/C – scuola Secondaria di I grado- coordinazione prof.ssa Marcella Olivieri –
Lapide Muller e Ospedale
A lui è intitolata una strada di Assisi, Via Valentin Muller che si snoda in discesa fino all’ospedale di Assisi. E mentre si risale il colle dalla valle, in procinto di entrare nel paese di Assisi e dirigendosi verso la Basilica di San Francesco, sulla parete di destra, nei pressi di una rotonda, si trova una targa a lui dedicata. ” Dottore Mueller, colonnello e medico tedesco, protettore di Assisi e di tutte le persone a lui affidategli dagli orrori della Guerra, 1943/1944″. Nel suo libro “Assisi clandestina” Alexander Ramati fa dire al comandante Muller: ” Essere trasferito ad Assisi è come passare dall’Inferno al cielo”. Nel settembre del 1943, infatti, Muller, comandante della Wermacht era diventato governatore militare di Assisi“. Aveva scelto l’Hotel Windsor Savoia per il proprio alloggio personale e da cattolico, devoto di San Francesco, ogni mattina, quando usciva per recarsi alla messa quotidiana nella Basilica, vedeva di fronte a sé quella gloriosa chiesa del XIII secolo e il convento francescano che la fiancheggiava e ne restava estasiato. Il colonnello era sicuramente ben consapevole dei pericoli che minacciavano quella Basilica costruita sopra la Tomba di San Francesco, la tomba di S. Chiara e la chiesa a lei dedicata, la Chiesa di San Damiano… e non solo. Rendendosi conto dell’importanza del luogo in cui si trovava e data la sua formazione medica, il colonnello Müller chiese e ottenne il permesso dal generale Albert Kesselring di trasformare Assisi in una città ospedale per curare le vittime di guerra tedesche. Il 31 maggio 1944, infatti, Assisi venne dichiarata “Città ospedaliera” ciò consentì di proibire l’occupazione della città di Assisi da parte delle truppe della Wehrmacht. “Questa della città ospedaliera è stata una bella trovata! È stata una manna dal cielo! Ci ha salvato dai bombardamenti! E devo dire la sincera verità, ci ha fatto capire che tedeschi non sono tutti uguali e più di uno il comandante Muller lo rimpiangerà! Prima di partire ha fatto proprio un bel gesto! Ha lasciato alla città tutta l’attrezzatura degli ospedali ed anche molti medicinali è stato generoso!” (da “La bottega della sarta”). Per il suo operato Müller godette di molta stima, sia da parte dei tedeschi che degli italiani. Persino i partigiani dettero l’ordine che “nessuno doveva torcere un capello” al colonnello. Al momento della ritirata delle truppe tedesche, Müller lasciò grandi quantità di preziose medicine e attrezzature mediche. Solamente alcune settimane dopo egli venne preso prigioniero di guerra dall’esercito americano. Nel 1950 venne invitato ad Assisi insieme alla sua famiglia. Tutta la città lo accolse come un eroe. Valentin Müller è stato sepolto ad Eichstätt. Sulla sua lapide sono scolpite riproduzioni della Basilica di San Francesco e del Sacro Convento di Assisi.