Marco ha 11 anni e vive ad Atella. È biondo, occhi chiari un po’ a mandorla, orecchie piccole ed è un po’ basso e goffo.
Marco è un chiacchierone e un vero sognatore. Lo sento parlare, anche per ore, delle sue avventure e dei suoi progetti fantastici. E’ un bambino davvero speciale.
Ma parlare di Marco senza raccontarvi tutto dall’inizio non avrebbe alcun senso. Mi sembra sia successo ieri, tanto è vivido e preciso il ricordo del primo incontro.
Quella voce un po’ gracchiante e, a dirla tutta, abbastanza stonata, che canticchiava la canzone dei puffi rinchiuso nel bagno. Ricordo che mi incuriosì molto sentirlo cantare, tanto da spingermi a verificare chi fosse ed è così che lo conobbi, accerchiato da ragazzini più grandi che lo costringevano a cantare per liberarlo dal bagno.
Ma l’aspetto più incredibile è che Marco, a differenza di quanto avrebbe fatto qualsiasi altro ragazzo, non reagiva con nervosismo o rabbia, ma la sua dolcezza e il suo essere così vero svelavano e facevano apparire in tutta la loro stupidità i suoi “aguzzini”.
Da allora ho trovato il mio “tesoro”.
Lui non ha pregiudizi e sa donare amore. Ogni giorno lo chiamo e passo le ore a parlare con lui e mi diverto un sacco, infatti è sempre sorridente e, se sei giù di morale, è abile a inventare strategie per farti ritornare il sorriso. Parliamo di tutto, dello studio, dei giochi e dei nostri primi amori.
E’ un po’, se devo essere sincero, egocentrico: ama accentrare su di sé l’attenzione di noi compagni; appena gli confessi una tua marachella o un’iniziativa con Paola, la ragazza di cui sono innamorato, lui è pronto sempre ad avanzare una sua marachella o un suo problema di cuore.
Sono fiero di essere suo amico perché, al contrario degli altri, non ti nasconde nulla e ti rende partecipe sia delle cose belle che di quelle brutte. E poi, per essere sinceri ancora fino in fondo, il suo sorriso è contagioso. Ma ciò che maggiormente mi ha conquistato è la sua capacità di affrontare le difficoltà della vita. Non ho mai sentito un lamento, un’ imprecazione, ma solo parole dolci e ricche di tanto amore da far apparire sciocco e insignificante qualsiasi problema.
Così l’atteggiamento da bulli dei compagni di scuola diventa argomento caricaturale su cui ridere, la scarsa agilità in palestra si trasforma in strategia di conquista e la sua particolare loquacità in portale di accesso ad un mondo fantastico.
Ah dimenticavo, i medici dicono che Marco è affetto dalla sindrome di Down, ma per me è solo il mio amico speciale!