È da tanto tempo che hai smesso di parlarmi e non capisco perché. Io penso ancora a quando ci siamo visti per la prima volta. Da subito abbiamo capito che dovevamo essere amici. Eravamo così legati prima.
E ora perché fai così? Eppure quando giocavamo insieme ci divertivamo.
Ormai so che non vuoi più stare con me, ma almeno non ignorarmi. Ti vedo sempre con i tuoi nuovi amici. Io ti saluto da lontano, ma tu non mi vedi. Ti chiamo pure, ma non mi senti. Una volta ti volevo abbracciare, ma ti sei allontanato.
Mamma dice che un giorno capirai… capirai che io ti voglio bene… Bisogna solo aspettare… un po’ di tempo…quando diventerai grande.
Ma perché non lo puoi capire ora? Io voglio essere tuo amico adesso.
Mi dicevi sempre che non dovevo preoccuparmi, perché in realtà siamo tutti uguali, ma in maniera diversa. Ma io non ero preoccupato. Io ero felice di essere tuo amico.
Mi dicevi che tutti ci dicono di essere noi stessi, ma poi ci criticano se siamo diversi. Ma io e te non eravamo diversi. Noi eravamo amici.
Dicevi che il vero coraggio appartiene a chi non ha paura di essere differente. Ma chi è differente? E chi ha paura?
Poi qualcosa è cambiato.
La mamma mi ha detto che non devo piangere mai e devo essere sempre più forte degli altri. Però sono stati giorni difficili, da quando mi hai lasciato solo. Mi sento perso senza un amico.
Sono rimasto solo perché come amico avevo solo te.
Tutti sono felici se qualcuno gli vuole bene.
Mi ripetevi che l’amicizia va oltre le differenze, ma le differenze hanno superato l’amicizia.
Ieri, davanti alla scuola, gli altri mi hanno deriso, dicendomi che non ho amici. E io non ho potuto dire che ho te.
Una volta mi hai detto che tutti si aspettano sempre qualcosa, che in questo mondo nessuno vuole bene a nessuno. Ma non è vero: io voglio bene a te, e tu vuoi bene a me. Solo che ti vergogni di dirlo.
Ma non importa.
Ora te lo dico io e quando diventerai grande, forse, me lo dirai tu.