In preda ad uno stato di rabbia, la persona può perdere il contatto con la realtà e mettere in atto comportamenti fuori controllo. Non tutti i tipi di rabbia, tuttavia, scatenano comportamenti incontrollati. Esistono 3 principali tipi di rabbia: la rabbia adattiva che è quella forma di allerta che mette in guardia il soggetto da potenziali pericoli o aggressioni; la rabbia disadattiva che è una forma di rabbia disfunzionale che si protrae nel tempo e si basa su convinzioni personali distorte; la rabbia inespressa che è quella forma di rabbia tipica delle persone che tendono a tenere tutto per sé. Quest’ultima tipologia si può manifestare con esplosioni rabbiose improvvise e incontrollate, dirette a sé stessi o ad altri. Ma come esprimiamo la rabbia? La rabbia, nella sua espressione, coinvolge corpo e mente. Dal punto di vista del pensiero si tratta di una diversa modalità di leggere la realtà. Le nostre abitudini di pensiero, infatti, potrebbero portaci alla costante ricerca dello scontro con l’altro. Per quanto riguarda il corpo, la rabbia porta all’attivazione della parte primordiale del cervello e al rilascio di adrenalina nel sangue, che ha lo scopo di aumentare il battito cardiaco e allertare il sistema sensoriale. Anche la mimica facciale cambia, la postura diventa rigida e il tono di voce si alza. Come potremmo quindi contenere la rabbia quando ci assale? Ecco alcuni suggerimenti. Fare attività fisica aiuta a scaricare le tensioni. Le endorfine rilasciate dallo sforzo fisico hanno un effetto rilassante e benefico per l’organismo. Il nuoto, il ciclismo, lo yoga, la corsa oppure anche una semplice camminata a passo spedito possono aiutare a distendere i nervi e a gestire meglio le emozioni. Tenere d’occhio il sonno potrebbe essere un ulteriore rimedio alla rabbia. Mediamente un adulto ha bisogno di dormire dalle 7/8 ore a notte affinché possa sentirsi riposato. Un sonno regolare è essenziale per il controllo e la gestione delle emozioni. In conclusione, gestire la rabbia non significa controllarla o inibirla ma osservarla, comprenderne il senso e diventare capaci di modularla. Cerchiamo quindi di non negare i nostri sentimenti di rabbia e accettiamoli come normali aspetti della nostra esperienza emotiva ma facciamo in modo che non prendano il sopravvento su noi stessi.