//In nome della legalità

In nome della legalità

di | 2024-03-12T09:28:55+01:00 11-3-2024 21:22|Alboscuole|0 Commenti
di Alessandra Mallia Milanes-“Per amore del mio popolo non tacerò”, queste le parole di Don Peppino Diana, il quale impiegò la propria vita nel campo sociale e lottò contro il sistema criminale in nome della legalità, della lealtà e dell’onestà. Don Peppino Diana era un sacerdote e viveva a  Casal Di Principe, combatteva la camorra, aiutando i giovani e le famiglie in difficoltà. Denunciò le violenze del clan dei Casalesi e raccontò il  dolore di tante famiglie che videro i loro figli miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni camorristiche.   “Assistiamo impotenti al dolore  di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni criminali . La Camorra – scriveva Don Peppino Diana- oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone con violenza, armi in pugno, regole inaccettabili, estorsioni, tangenti… sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore piuù temerario, traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio di sostanze stupefacenti”. Don Diana, nel giorno del suo onomastico, il 19 marzo, a soli 36 anni, fu assassinato, a colpi di pistola,  da un camorrista. Accomunato dalla stessa sete di legalità, fu Piersanti Mattarella, fratello del nostro attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.  Eletto Presidente della Regione Sicilia,  Piersanti Mattarella, con grande coraggio, non esitò a   denunciare la corruzione nella gestione dei contributi agricoli regionali, pur sapendo di esporsi alle reazioni della mafia: infatti il 6 gennaio 1980 fu ucciso, a Palermo. Un altro esempio di cittadino onesto al servizio dei bisognosi, in grado di parlare al cuore della gente e di infondere speranze di pace, lealtà, amore e fede è Don Luigi Ciotti. A 20 anni promuove il gruppo giovanile “Abele” e dà avvio a progetti educativi negli istututi di pena minorile aiutando gli adolescenti in carcere; nel 1972 viene ordinato sacerdote ma, anzichè la parocchia, lui sceglie di essere  sacerdote di strada; sostiene attivamente la lotta all’ AIDS e difende i diritti delle persone affette da questa malattia letale. Apre il Centro Droga , dove vengono accolti i giovani con problemi di tossicodipendenza. Dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, in cui furono ammazzati dalla mafia i giudici Falcone e Borsellino, don Ciotti fonda “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, un’associazione impegnata contro la criminalità organizzata e la corruzione. Uno degli obiettivi principali di Libera è il recupero delle terre e dei beni confiscati alle mafie, trasformandoli in risorse utili per le comunità.  Don Peppino, Piersanti Mattarella e Don Ciotti ci insegnano a non aver paura di sostenere gli ideali della legalità e della giustizia e tutti, giovani e meno giovani, dobbiamo opporci alle azioni sbagliate, combattere la criminalità, senza mai esitare di denunciare, se vogliamo sconfiggere la corruzione e vivere in un mondo di pace.