Una maxi operazione antimafia è partita nelle prime ore del mattino del 6 giugno: ben 200 i poliziotti impiegati in mezza Italia, tra Foggia, Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo.
Le accuse sono associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, tutte aggravate dalle finalità mafiose, contestate a diversi soggetti.
Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Bari. L’operazione è condotta dalle Squadre Mobili di Foggia, Bari, dal Servizio Centrale Operativo e supportata da 30 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine.
Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurano elementi di primo piano delle famiglie mafiose di San Severo, tra i quali Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa, ritenuti ai vertici del clan ‘La Piccirella’, oltre a Franco e Roberto Nardino, a capo del clan.
Gli indagati facevano spesso ricorso alla violenza per l’affermazione della propria leadership sul territorio, basata per gli investigatori anche sulla eliminazione fisica dei rivali.
Nel corso delle indagini sono stati accertati diversi episodi a chiaro sfondo intimidatorio, come nel tentativo di estorsione ai danni di un commerciante, che si è visto danneggiare a colpi d’arma da fuoco l’abitazione, il negozio e l’auto.
L’indagine coordinata dalla Dda di Bari ha evidenziato il ruolo dei clan di San Severo nel traffico di droga in Capitanata e la spartizione dei proventi illeciti che ha creato tensioni tra i gruppi malavitosi.
Le indagini sono partite nel 2015 dopo alcuni episodi di sangue a San Severo e successivamente gli inquirenti hanno accertato il traffico di stupefacenti gestito dai gruppi criminali locali, compresi i relativi canali di approvvigionamento dall’estero, anche dall’Olanda.
È la prima volta che viene contestata l’associazione di tipo mafioso (416 bis) alla criminalità organizzata di San Severo, riconosciuta come autonoma e indipendente rispetto alle organizzazioni mafiose di Foggia.
Da anni la San Severo perbene manifesta e lotta contro la criminalità e la piccola delinquenza che ha tenuto sotto scasso la città con rapine, estorsioni e omicidi, ora si tira un sospiro di sollievo, ma al tempo stesso nasce la preoccupazione che, rotti certi “equilibri”, la città possa essere meno sicura; l’invito va, quindi, al reparto anticrimine della Polizia di Stato di non abbassare la guardia.