In occasione dell’assemblea d’Istituto, assieme ad altre mie compagne di classe, m’è capitato di assistere alla visione del film “Noi siamo infinito”, di genere drammatico, il cui titolo originale è “The Perks of Being a Wallflower”. La trama mi ha colpito particolarmente: essa, infatti, racconta l’adolescenza di Charlie, interpretato da Logan Lerman, un ragazzo introverso, timido ed insicuro, escluso dai suoi compagni e per questo costretto a vivere limitandosi soltanto ad osservare ciò che avviene attorno a lui. Da bambino ha subito violenza, ma nessuno lo sa; è soltanto definito un ragazzo difficile, afflitto da “allucinazioni”. Ben presto, la sua vita, trascorsa in solitudine, viene stravolta dall’incontro con due ragazzi dell’ultimo anno, Patrick, interpretato da Ezra Miller, e la sua sorellastra Sam, interpretata da Emma Watson, che accompagneranno Charlie verso nuove emozioni: il primo amore, il primo bacio, la prima festa, tante esperienze di cui, finalmente, sarà lui stesso il protagonista.
Anche se segnato dal dolore e dal tormento per la morte di sua zia, Charlie non sarà mai più SOLO.
La storia di Charlie mi ha fatto riflettere su quanto sia difficile oggi entrare ed integrarsi in un gruppo, riuscire ad essere accettati, ma soprattutto su quanto sia facile rimanere SOLI. La solitudine è la condizione di cui ogni adolescente ha più paura, in quanto viviamo in un mondo dove il proprio modo di vestire o di apparire conta più della propria personalità e delle proprie qualità. Ad ognuno viene attribuita un’etichetta, di cui è difficile liberarsi, soprattutto per un adolescente. Charlie ha potuto affrontare e superare la sua triste condizione grazie all’aiuto di due ragazzi che lo hanno fatto sentire parte del loro gruppo. Ma non tutti quelli che vivono la sua stessa situazione hanno la fortuna di incontrare qualcuno che li aiuterà a rialzarsi e potrebbero, per questo, finire per sopprimere la loro stessa vita.
Si è trattato per me di un film ricco di emozioni, colori, azioni istintive, descrizioni delle proprie paure e dei vari modi per uscirne fuori; di un film, insomma, sull’adolescenza.
ANTONELLA MOCCIA, II A LC