di Batti Maria Consiglia- Alessandra Mallia Milanes- La paura…. ecco quello che la mafia e ogni altra associazione a delinquere trasmette ogni giorno alla nostra società, attraverso l’uso della violenza per il controllo del territorio, con attività economiche illegali con il solo scopo di arricchirsi. Giovanni Falcone, un grande magistrato italiano, considerato una delle personalità più importanti, ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia a livello internazionale. Specialmente in Sicilia, dove ha vissuto la sua vita dedicandosi alla magistratura. Ma ci sono moltissimi altri uomini che mettono in pericolo la propria vita per proteggere gli altri, che spesso, però, non vengono considerati. Sono i poliziotti, coloro che hanno un compito fondamentale, cioè quello di sorvegliare, vigilare sull’ordine pubblico, e proteggere da atti illegali le persone che possono essere attaccate da mafiosi e camorristi. Un esempio di questi uomini valorosi è la scorta di Giovanni Falcone. Uomini che hanno dato la propria vita per difendere i principi di giustizia, ovvero: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Antonio Montinaro lasciò i suoi due bambini e sua moglie Tina Montinaro, oggi promotrice dell’associazione “ Le Vittime di Mafia”. Antonio inoltre riferendosi alla sua rischiosa mansione di scorta disse questa bellissima frase : “Chiunque fa questa attività ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria. La paura è qualcosa che tutti abbiamo: chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange. E’ la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell’ottica umana.” Era un uomo consapevole di tutti i rischi che correva ma disposto a lottare per lo Stato ed è diventato un emblema del coraggio e della forza . Come ,Vito Schifani: aveva 27 anni e lasciò suo figlio Antonio Emanuele che allora aveva soltanto 4 mesi, ma che oggi è diventato ufficiale della Guardia di Finanza e ha assunto il comando della compagnia di Tarvisio. Sua moglie, Rosaria Costa, ha scritto un libro in onore del marito intitolato :” La Mafia non deve fermarci” . Rosaria Costa, presso il palazzo di Giustizia, a Palermo, si rivolse al presidente dicendo “ Presidente io voglio sentire una sola parola, lo vendicheremo. Altrimenti non vorrò più sentire nulla”. Rocco Dicillo, lasciò la fidanzata Alba, con la quale si sarebbe sposato il 20 luglio successivo. Oggi sepolto nel Cimitero Comunale di Triggiano, a Cosenza, città dove ogni anno gli viene dedicato una fiera d’arte chiamata “ cittadini a regola d’arte” .