di La Redazione
Per una curiosa coincidenza, a cui nessuno invero aveva dato troppo peso in redazione, l’uscita del presente numero de “Il Meneghini” cade in prossimità di una nota festività cristiana. Il fil rouge che lega le pregevoli composizioni che avrete modo di leggere richiamerà inevitabilmente la tinta del vestito indossato dal portatore di doni più amato da grandi e piccini. E a proposito di gamme di rosso; chissà se quest’anno anche il laicissimo Professor Bono, sempre così scettico nei confronti dell’Autentico Spirito Natalizio (d’ora in poi ASpN), troverà qualche regalino sotto l’alberello (alberello non certo allevato in cattività, si intende…) Scopriamolo grazie alla coraggiosa intervista dei nostri inviati…
Intanto però, con buona pace del “Grinch di istituto”, in queste ultime settimane l’ASpN è stato brulicante e ha contribuito a forgiare e alimentare il nostro ormai tradizionale “concorso cassettiera”, di cui offriremo un report dettagliato, comprensivo di qualche scoop.
Ma Dicembre non è solo strenne e ninnoli e in qualche occasione l’ASpN ha dovuto cedere il passo ai consueti impegni di fine anno. Siamo ormai in prossimità della fine del trimestre (a proposito, cosa ne pensano gli studenti di questa scansione temporale del periodo scolastico?); è tempo di verifiche-interrogazioni e di orientamento scolastico; come il tipico pastorello di ogni presepe che si rispetti anche il Meneghini è al lavoro per rinnovare il suo gregge di pecorelle…
Periodo impegnativo, insomma: auguriamoci che le prossime festività possano offrirci riposo e ristoro, magari con il supporto della giusta colonna sonora e, perché no, di qualche appassionante, cruenta e paganissima saga vichinga. E per l’anno-che-verrà si potrebbe valutare la partecipazione a un bell’ERASMUS…
Non ci resta quindi che porgere a tutti voi i nostri migliori, formali, redazionali e imbevuti di ASpN AUGURI DI BUONE FESTE
PS: Ah, dimenticavo, che si fa a Capodanno? Qualcuno ha idee chiare in proposito, altri molto meno. Questo vuoto progettuale è comprensibilissimo. In fondo cosa dobbiamo a questa ricorrenza? Diceva un saggio (1): “Ogni mattino sento che per me è Capodanno. Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa […] Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito”
1 – Antonio Gramsci, L’Avanti, 1 Gennaio 1916.