Che babele di parole
con l’avvento del mediale!
Dentro cose, case, scuole,
vige il logo digitale.
Neologismi ed anglicismi
nell’odierno intercalare
son lontani dai grecismi
e dal gergo familiare.
L’italiano, che ricordo!
Or nessuno va d’accordo…
Followare poi taggare,
whatsappare se ci pare
e plonkare quel compare
per poterlo ben skippare.
Non saranno parolacce
che faranno rosse facce?
Con un po’ di british tinge
si diventa tutti cringe?
Che strapazzo l’imbarazzo,
stravagante fa paonazzo,
se ti blogga il paparazzo
ne consegue lo strapazzo.
La gradisci questa foto
che di botto t’instagrammo?
Sai che posto, mica spammo,
sono etica per voto.
Googlo solo quello bello
mentre banno suo fratello
e se becco chi mi trolla
lo riduco pasta frolla.
Se non vampi molto campi
e ci godi se downlodi,
evitando certi fake
non decadi nel rimake.
E’ la lingua l’italiano
da tenere per la mano,
custodire con la cura
mantenendo la misura,
ha l’onore della storia,
sa d’antico, di memoria
che rivela identità
ma non nega novità.