di classe III^N – A novembre la nostra scuola – la Cesareo – ha avuto la possibilità di incontrare quattro rappresentanti dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri di Palermo, un generale e tre tenenti colonnelli sono stati accolti dal dirigente scolastico, prof. Nunzio Speciale, e da un’esibizione dei ragazzi del laboratorio CesareOrff. In Auditorium si è poi svolto l’incontro con gli alunni delle terze, che ha avuto inizio con l’ascolto dell’inno nazionale ed è proseguito con una riflessione sull’importanza del tricolore italiano e il racconto della storia dei Bersaglieri, specialità dell’Arma di Fanteria. I Bersaglieri sono nati il 18 giugno 1836 su proposta di Alessandro La Marmora, allora capitano del Reggimento Guardie del Regno di Sardegna, che presentò al re Carlo Alberto di Savoia l’idea di dare vita a un nuovo ramo della fanteria d’assalto, con precise caratteristiche: abilità di tiro al bersaglio e perfetta mobilità sul campo di battaglia. Il re approvò e da quel momento si può dire che la storia dei Bersaglieri si è intrecciata profondamente con quella del Risorgimento e poi con le due guerre mondiali. Oggi sono presenti nelle diverse missioni di pace. Alla loro nascita La Marmora compilò un decalogo del bersagliere, che era chiamato all’obbedienza, al rispetto, alla perfetta conoscenza della propria carabina e a una continua esercitazione al tiro, al tenersi in perfetto esercizio e a coltivare il sentimento della famiglia coniugato con l’amore per la patria e per il re. Quando pensiamo ai bersaglieri ci vengono in mente tre cose: le piume, le trombe e la corsa. Si racconta che durante la prima guerra mondiale il Tenente Colonnello Negretti, ferito a morte, abbia poggiato il proprio cappello sulla punta della sciabola e lo abbia lanciato oltre il reticolato nemico gridando: “Bersaglieri, quella è la vostra bandiera! Andate a prenderla!”. La corsa invece nasce con un episodio accaduto il 18 giugno del 1836 quando La Marmora presentò al re Carlo Alberto la prima compagnia di bersaglieri. Al termine di tale cerimonia, mentre il Corteo Reale si avviava verso il Palazzo Reale di Torino, i Bersaglieri, percorrendo di corsa un tragitto alternativo, lo anticiparono arrivando per primi e facendosi trovare schierati all’arrivo del Re. Il Re credette che ci fossero due compagnie e non una sola! Infine l’ultimo simbolo che li caratterizza sono le trombe e ne abbiamo avuto dimostrazione perché l’incontro in Auditorium si è concluso con l’ascolto dell’inno dei bersaglieri interamente suonato a colpi di tromba.