di Amalia Ammirati- Ogni fiaba, degna di questo nome, si conclude sempre con l’apoteosi dell’amore: il principe azzurro, dopo aver superato tante prove e ostacoli, sposa la sua amata principessa per vivere insieme, felici e contenti. Ma sono tanti i casi in cui una storia d’amore, si trasforma in un vero incubo, fatto di minacce e molestie continue: il principe azzurro, colui che deve amare, proteggere e salvare la propria donna, si rivela, invece, l’orco malvagio, portatore di odio, orrore e morte. Dall’insulto verbale alla violenza domestica, dallo stalking allo stupro, in balia di una mentalità sessista, tra indifferenza, negazione o minimizzazione di atti violenti, la donna violata, spesso è incapace anche di chiedere aiuto e denunciare il suo carnefice, marito e padre dei suoi figli. I recenti fatti di cronaca testimoniano il quadro allarmante di una violenza estrema ed inaudita di uomini cresciuti con modelli di vita improntati all’affermazione smisurata del sé. Ecco perché è necessario, per contribuire ad un radicale cambiamento culturale e sociale, attivare percorsi formativi, per promuovere la sensibilizzazione nella prevenzione di ogni forma di violenza, perchè le riflessioni, lo sdegno e i dibattiti non avvengano solo il 25 novembre, ma ogni giorno dell’anno. L’educazione all’affettività resta l’obiettivo primario da affrontare in famiglia, a scuola e in tutti i contesti sociali, per favorire la buona relazione interpersonale. La Scuola Secondaria di I grado Ammendola De Amicis, da sempre sensibile verso le tematiche sociali, manifesta il proprio dissenso contro la violenza perpetrata nei confronti delle donne con un’edizione speciale del Giornale d’Istituto e con Giornate dedicate alla riflessione. Il giorno 23 novembre , la psicologa, dott.ssa Maria Anella Ambrosio, esperta in Violenza di genere e Presidente dell’ Associazione “EVA”, incontrerà gli alunni per discutere di affettività e stereotipi culturali e il 25 novembre si disputerà, presso la palestra della scuola, la partita di pallavolo ” Fai volare la violenza”, perché fino a quando una sola donna verrà amata “da morire”, non sarà possibile minimizzare e/o abbassare la guardia.