a cura di Giovanni Maggio – classe III B – scuola secondaria di I grado –
Caro nonno
mi manchi così tanto che appena ti rivedrò ti abbraccerà così forte che saremo inseparabili più di tutte le altre volte.
Non vedo l’ora di andarmi a fare una bella battuta di pesca con te dove non prenderemo niente “come al solito” ma ci divertiremo così tanto da dimenticarci tutto il tempo che è trascorso dall’ultima volta che ci siamo visti; poi andremo da Pier Paolo e ci sceglieremo il pesce che ci vogliamo mangiare e come l’ultima volta faremo credere a mamma e a nonna che quel pesce lo abbiamo preso noi due durante la battuta di pesca.
Come tutte le volte che andiamo a pranzo insieme, mi manca quel momento quando tu prima di pagare ti alzi e ti metti a parlare con chiunque e poi quando ti chiedo chi erano quelli tu mi rispondi sempre non lo so.
Mi mancano le serate con te in albergo dove ridiamo e scherziamo per tutto, mi manca quando mi fai prendere gli spaventi perché tutto ad un tratto russi e poi puntualmente tutte le mattine mi chiedi “ma ho russato?” e io ti rispondo ridendo” no no”.
Mi mancano le gite spericolate dove per andarci a mangiare un po’ di carne dobbiamo “affrontare la montagna” con la mini che tu chiami “la bara”.