Serena Russo 2G- Caro Giancarlo,
volevo congratularmi per tutto il coraggio che hai avuto nel piccolo arco di tempo che hai vissuto. Anche se adesso non sei più qui tra di noi, tutti si ricordano di te. Nella tua vita, attraverso il tuo operato, hai avuto sempre come unico obiettivo diventare un bravo cronista, capace di scavare a fondo nelle vicende; dovresti essere orgoglioso di te stesso! Però, evidentemente, le tue parole davano fastidio a qualcuno che decise che dovevi essere messo a tacere. Ma la tua passione per questo lavoro non conosceva ostacoli, neanche la tua determinazione nel denunciare. Per queste persone eri solo un ragazzo troppo curioso e che dava loro fastidio, ma per noi sei molto di più. Devi sapere che i tuoi articoli sono ancora famosi in Italia e non si sono persi con te. Tu ci hai dimostrato la tua voglia di denunciare le ingiustizie.
Dai tuoi articoli e dalla tua storia sono stati tratti libri molto famosi. Tu ci hai insegnato che le parole valgono più di un colpo di pistola. Anche se non ci sei più fisicamente, i tuoi familiari e soprattutto tuo fratello Paolo, ti hanno al primo posto nel loro cuore. In questa lettera voglio farti sapere che la tua macchina ormai la conoscono un tante persone. In onore della tua memoria tuo fratello la porta con sè per farla conoscere a tutti; pensa, è arrivata anche a Bruxelles, alla sede del Parlamento Europeo, l‘hanno rimessa di nuovo in moto.
Sai,Giancarlo ,grazie alle tue parole negli articoli e soprattutto al tuo coraggio, è stato confiscato alla camorra un bene ad Ercolano che oggi ospita Radio Siani, una radio anticamorra e, nel tuo nome, continua a fare quello che hai sempre fatto tu: denunciare, dando voce a chi usa le corde vocali come arma al posto di una pericolosa pistola.
A Casalnuovo una scuola porta il tuo nome, una mostra che si chiama “Giancarlo” ed è nata proprio a Napoli, in Via Toledo. A proposito, i mandanti del tuo omicidio sono stati condannati all’ergastolo. Tu sapevi che la tua morte era vicina ma hai continuato a fare quello che ti piaceva di più. Un atto di coraggio così lo hanno compiuto anche Falcone e Borsellino; come te sapevano che per il lavoro che facevano la loro fine sarebbe arrivata presto ma nonostante ciò hanno continuato, come hai fatto tu.
A pensare che un uomo geniale come te sia stato ucciso da una banda di criminali solo perché voleva migliorare le cose, mi fa rabbrividire. Tutti hanno capito che tu non volevi proprio mollare la presa e per questo ti apprezziamo. Questa, secondo me, è un’altra ragione per cui non sei più con noi oggi, eri troppo deciso e determinato nel tuo sogno. Per quale ragione un ragazzo non potrebbe fare quello che ama di più, rischiando di ritrovarsi con le pallottole nel corpo, solo per aver seguito il proprio sogno? Tu però ci hai insegnato tanto cioè che le parole hanno un peso e fanno più male di
qualunque altra cosa; uno schiaffo fa male ma poi passa, invece la parola resta per sempre. In questa lettera ti volevo far capire che sei stato una persona speciale e soprattutto a voce alta ci tengo a dirti che sono una ragazza che crede negli ideali di pace, giustizia e verità, gli stessi che cercavi tu Giancarlo!