//Caro diario…

Caro diario…

di | 2020-05-02T00:39:03+02:00 2-5-2020 0:39|Alboscuole|0 Commenti
a cura di Matteo Mela – classe III B – scuola secondaria di I grado –  Caro diario, oggi ti parlerò della persona che più mi fa arrabbiare ma della quale allo stesso tempo non potrei fare a meno: mia mamma. Lei si chiama Patrizia, ha gli occhi marroni, i capelli neri che vengono tinti mensilmente di un bellissimo color castano, è alta molto meno di me😊e… è la migliore!! Quando io e mia sorella eravamo piccoli, non potevamo stare un solo minuto senza di lei: una volta tornati da scuola, se non c’era lei a casa ad aspettarci, facevamo un sacco di capricci. Fino a circa un anno fa era probabilmente l’unico riferimento al quale mi sarei potuto ispirare, dato che mio padre non era a casa per lavoro per quasi metà anno ogni anno… In questo periodo, uno dei più difficili della mia vita, mia mamma ricopre un ruolo essenziale: lei è un’infermiera e lavora a Foligno, in un ospedale che per un po’ di tempo ha accolto malati covid. Non mi racconta mai nulla del lavoro, torna a casa molto stressata, stanca, forse arrabbiata ma io la capisco, non deve essere facile stare li… Poi tornare a casa sapendo di dover affrontare due pesti che ne combinano di tutti i colori (me e mia sorella) non deve essere bello. Fuori dall’ambiente di lavoro è rimasta la solita, se non per il fatto che non perde neanche un’occasione per dirci come comportarci se usciamo, se arriva un pacco dal corriere, se arrivano le pizze… Insomma, è sempre stata ultra protettiva nei confronti della sua famiglia ma in questo periodo lo è molto di più. Si sta davvero impegnando tra lavoro e casa e per questo sto cercando di aiutarla, nel mio piccolo; dato che, nonostante i compiti, nonostante il tempo che dedico ai miei nonni e ad ogni forma di svago, di tempo ce n’è, la sto aiutando in casa lavando i piatti, apparecchiando e sparecchiando la tavola, aiutandola a pulire la casa… Mamma è un po’ la colonna portante di casa nostra, senza di lei né io, né mio padre, né mia sorella e neanche i miei nonni sapremmo cosa fare. Certo, detta così sembriamo degli incapaci ma si sa, la mamma è sempre la mamma! La sua giornata è questa: si alza alle cinque circa, porta fuori il cane, si veste, si lava e alle sei è già diretta a lavoro. La sua mattinata è ricca di impegni in ospedale, soprattutto dato il periodo: verso le dodici circa riceve sempre una chiamata da me, poco prima di pranzo. Molto spesso mangia al lavoro perché non riesce a tornare a casa per l’orario “stabilito”; una volta uscita dal lavoro, verso le quattordici circa, a volte va a fare la spesa o va in farmacia. Alle quindici passate torna a casa: da qui inizia a fare le varie faccende come pulire casa, lavare il terrazzo, sistemare la cucina… Dopodiché è già arrivata sera, prepara dunque la cena e, una volta mangiato, va quasi subito a dormire (dieci circa). Questa è la routine di tutte le sue giornate; vorrei che avesse più tempo da dedicare a noi e a sé stessa e per questo mi sto impegnando molto. Quando questo brutto periodo finirà e il lavoro sarà un po’ meno pesante potrò rivedere lei (come del resto tutti) molto più felice e rilassata.