di Giada Di Canosa (Redazione)
Caro Coronavirus,
allora dimmi, ti stai divertendo? Sono quasi due mesi che tutti ripetono che andrà tutto bene, che tutto si sistemerà ma, a parer mio, le cose stanno peggiorando. Non riesco più a sognare ad occhi aperti, i miei occhi sono quasi appannati da questa brutta realtà, da un mondo opaco, incerto, che ormai non mi appartiene più. Mi sento chiusa in gabbia, soffoco e vorrei tanto ricominciare a respirare. A volte mi chiudo in me stessa e immagino di diventare una farfalla bianca per poter scappare lontano e vedere il mondo con occhi diversi. Una farfalla bianca perchè i colori che la rendevano viva, brillante, sono stati assorbiti dalla nostalgia e vorrei tanto rivedere quei colori. Vi ricordate il mare. il suo odore, il rumore delle onde? Avrei proprio bisogno dell’azzurro del mare. Vorrei portarmi al mare, portarti, portarvi altrove .
Questa vita che vivo adesso mi sembra uno scarabocchio incomprensibile. Mi manca la normalità, tutte quelle piccole cose banali che, prima del tuo arrivo, mio caro Coronavirus, abbiamo dato per scontato.
Mi ricordo il tempo in cui era bello stare con gli amici, con i professori, avere la libertà di decidere, di muoversi, di scegliere.Vorrei tanto capire questa situazione. So solo che dobbiamo tirar fuori la nostra grinta e ricominciare a ridere. Ho capito che dal dolore si può ricominciare, che nei momenti difficili bisogna restare uniti e che se tutti ci crediamo davvero andrà tutto bene.
Penso sempre a una frase che ho scolpito nel mio cuore “Amo questa vita all’ infinito e amo l’infinito in questa vita” . Non posso non immaginare un futuro senza paura di un abbraccio, di un bacio. La vita tornerà prepotente con tutta la bellezza dei suoi colori.
In questo periodo di solitudine è la musica che riempie il silenzio di giornate vuote e uguali e le note del pianoforte risuonano nella mia stanza e diffondono speranza.
Immagino un grande arcobaleno a ricoprire i tetti delle nostre case,le strade, i vicoli, le piazze e l’Italia intera. Ci riprenderemo tutto ciò che ci è stato tolto e mi dispiace per te, caro Covid 19, quel giorno sarai tu ad aver paura degli esseri umani.