Lo sport è un amico vicino e caloroso che ha da sempre accompagnato la vita dell’uomo. Basti pensare che qualcuno di essi nacque come gioco, fonte di ricerca di cibo. |
Lo sport è quindi associato alla storia ormai da lungo tempo, relativo ai beni della società moderna e del passato (spesso veniva utilizzato come stimolo patriottico). Molti regimi autoritari, infatti, erano soliti idolatrare i più grandi campioni di tutti i tempi come punti di riferimento per il singolo e la collettività. |
Essi sono in grado di suggerire la retta via, il tortuoso sentiero che separa l’uomo dal traguardo finale, coloro che dimostrano di poter e di saper custodire la vera essenza della vita: l’umanità. |
Il più celebre esempio di ciò si può ritrovare nella figura di Gino Bartali, noto ciclista e campione del mondo nel Tour de France del 1948. Tuttavia, sarebbe un insulto alla sua memoria ricordarlo solo in questa circostanza; egli, amante del rischio, fu tanto coraggioso da non lasciarsi scoraggiare dalla paura e da rischiare la sua stessa vita contro i generali nazisti, per salvare la vita di moltissimi ebrei. Cinquecento, seicento, mille, uno; non è importante il numero esatto quanto il valore dell’azione compiuta. |
“Il bene si fa ma non si dice, e sfruttare le disgrazie degli altri per farsi belli è da vigliacchi…”, disse un giorno. La missione di salvataggio, progettata in collaborazione con il vescovo fiorentino Elia della Costa, consisteva nel creare di nascosto documenti falsi e consegnarli agli ebrei in modo da salvarli dalla deportazione. Inoltre, le vittorie nel mondo del ciclismo furono interpretate da molti come mezzo per ristabilire l’assetto di equilibrio iniziale, soprattutto dopo l’attentato a Togliatti, membro del PCI (Partito Comunista italiano) e la possibile diffusione del bolscevismo in Italia. |
Questo fu il motivo per cui la personalità e sensibilità di Gino Bartali fu così tanto apprezzata nel mondo. Egli fu premiato come “Il Giusto tra le Nazioni” e Angelo Custode dell’umanità che regala senza chiedere, l’uomo che pedala senza mai mollare. Questo fu Gino Bartali. |
Un altro esempio da ricordare nella storia dell’umanità è sicuramente il famoso ex calciatore e allenatore ungherese Aipad Weisz, sfortunatamente anche egli vittima dell’orrore della Shoah. Introno agli anni ’30, dopo innumerevoli sacrifici, egli giunse in Italia, realizzando il sogno di allenare l’antica Bologna e portandola in cima alla classifica per ben due anni consecutivi. Purtroppo, però, con l’arrivo delle leggi razziali, Weisz du costretto a rifugiarsi con la sua famiglia in Olanda, nella speranza di trascorrere una vita serena, lontano dai pericoli della vita. Tuttavia, nel 1942 i nazisti giunsero anche in questa zona, arrestando l’intera famiglia Weisz per dirigersi a Westerbork, lo stesso campo di raccolta in cui venne rinchiusa Anna Frank. Successivamente, vennero trasferiti nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, la quale fama è tutt’oggi fonte di terrore e dolore. In quegli anni, anche le loro vite innocenti si spensero, lasciando un vuoto mai veramente colmato nella vita dei loro cari. Questo incredibile personaggio ebbe quindi il coraggio di abbandonare la vita di tutti i giorni per assicurare alla moglie e i due bambini un futuro migliore. Nonostante ciò, a lui spettò, a parer mio, la sorte peggiore: sopportare in silenzio il dolore causato dalla morte degli altri componenti della famiglia, destinati alle camere a gas. |
di Gaia Bevellino – 5^C-