A 20 chilometri da Piedimonte Matese, ai piedi del Monte Grande sorge la cittadina di Caiazzo. Dall’età antica al Medioevo, il piccolo centro caiatino ci ha lasciato un meraviglioso scrigno di tesori, sparsi in un insieme di strade, vicoli e viuzze che formano un divertente labirinto urbano nel quale inoltrarsi senza fretta. Lasciata l’auto al Rione Garibaldi ci si incammina lungo il corso principale, via Giovan Battista Cattabeni, strada piena di negozi e molto animata dal continuo via vai di persone e mezzi, per raggiungere, in pochi passi, piazza Porta Vetere. Superata la piccola loggetta del belvedere, dove si trova il monumento dedicato ai caduti, ha inizio una delle strade più affascinanti dell’Alto Casertano, via Aulo Attilio Caiatino. La strada ricalca l’antico decumano della città romana, l’asse principale che attraversava Caiatia in direzione est-ovest. Lungo questa via, tutt’oggi sono presenti molte iscrizioni antiche che ricordano la costruzione di edifici importanti, finanziati da personaggi illustri che all’epoca vivevano a Caiazzo. Imboccando il decumano partono numerose stradine più o meno parallele tra loro. Si può, quindi, scegliere di proseguire la passeggiata in uno di questi vicoli e, camminando tra le scale in pietra, in alcuni tratti protette da coperture a volta, si scoprono interessanti scorci, sia per il fascino del percorso sia per l’inaspettata presenza di significativi edifici, come la Chiesa di Sant’Apollonia, situata in un angolo quasi nascosto proprio all’imbocco della Salita Francesco Manselli. Non molto distante si trova il Palazzo Santoro, dimora nobiliare del XIV secolo, oggetto di restauri che gli hanno dato l’attuale aspetto settecentesco. Proseguendo si incrocia Vicolo San Giovanni Battista, una scalinata in pietra stretta tra due palazzi, che tanto incuriosisce. Pochi metri dopo si raggiunge Palazzo Mazziotti, monumentale edificio del XV secolo che, in un’iscrizione posta nel cortile, ricorda il vescovo Frangipane, autorevole caiatino che ottenne cariche dal re Ferdinando I d’Aragona. Risalendo via Umberto I, si ritorna verso il decumano e si incrocia Piazza Santo Stefano Menicillo. Qui, seduti comodi sotto i gazebo si recupera fiato e si osserva la piazza che, al tempo dell’occupazione romana, era il foro di Marco Gavio. Tutt’intorno si trovavano edifici pubblici, probabilmente anche un tempio sul quale oggi sorge l’imponente Basilica Minore di Santo Stefano Menicillo. Accanto alla Basilica si trova il Palazzo Vescovile, il Seminario cinquecentesco e la Cappella della Maddalena, in onore della quale si celebra la storica Fiera omonima, riproposta oggi dalle varie amministrazioni comunali. Al centro della piazza, infine, si trova un caratteristico pozzo in pietra che comunica con un’antica cisterna. Proseguendo lungo via Giulio Cesare d’Ettorre ci si incammina lungo il Castello, situato sull’Arce romana, realizzato per volontà del secondo conte di Capua, il longobardo Landone Matico. Oggi il castello presenta numerosi ampliamenti, risultato dell’accostamento di più corpi così distinti: residenza nobile, cappella, ambienti di servizio e torre. L’ambiente fu ristrutturato nell’Ottocento, ma si ebbe cura di conservare l’elemento più antico della cappella, ovvero un pavimento ad intarsio marmoreo posto sull’altare. Nel castello di Caiazzo hanno soggiornato diversi personaggi famosi, come il poeta Torquato Tasso, l’imperatore Federico II e Pier Della Vigna, menzionato da Dante Alighieri nel XIII Canto dell’Inferno. Nonostante il lungo percorso, però, la visita non è ancora finita! Infatti, prima di lasciare il capoluogo caiatino bisogna assolutamente gustare la pizza, vera e propria arte ben radicata in un territorio che, negli ultimi anni, ha visto l’apertura di numerose qualificate pizzerie. Anche grazie ai numerosi riconoscimenti ottenuti dal “fornaio moderno” Franco Pepe, titolare della pizzeria “Pepe in grani”, sita in un caratteristico vicolo della cittadina, Caiazzo è divenuta celebre in tutto il mondo, tanto da essere diventata una vera “meta turistica della pizza”, che quotidianamente vede giungere visitatori-assaggiatori da ogni dove.