di Nicole Pinto –
Nella nostra società purtroppo prende sempre più piede il fenomeno chiamato bullismo, che consiste nel sopraffare o trattare male in qualunque modo un’altra persona.
Il bullo o meglio i bulli, perché loro fanno gruppo, prendono di mira una persona, che può avere o una disabilità fisica o semplicemente un carattere debole, e l’attaccano verbalmente e, nei casi più gravi, anche fisicamente.
Anche se generalmente la vittima non manifesta apertamente il proprio malessere, il bullismo fa molto male e chi lo subisce può avere dei traumi difficili da superare fino ad arrivare anche al suicidio.
Esiste anche il fenomeno del cyberbullismo che consiste nell’attaccare una persona via web; in questo caso c’è anche il rischio che le offese fatte finiscano in rete e ciò colpisce ancor di più la vittima che pensa che, poiché la cosa è pubblica, non ha scampo.
In realtà questa diffusione via web di atti di bullismo può essere una via d’uscita perché le immagini e i video possono arrivare alle persone giuste (polizia postale, genitori, insegnanti…), che possono intervenire in aiuto della vittima.
Infatti il problema più grave è che chi è “bullizzato” non riesce a parlarne con nessuno e quindi non può essere aiutato.
Ma siamo proprio sicuri che l’unica vittima del bullismo sia chi subisce gli atti di violenza e sopraffazione?
Io penso che il bullo non vada mai giustificato, ma credo anche che la società debba sempre cercare di capire il perché del suo comportamento.
Spesso colui che commette queste azioni è lui stesso una vittima, vittima di una società che non sa accettare le sue difficoltà e non sa guardare al bullo come ad un debole che ha bisogno di aiuto. Spesso si tratta di persone che non riescono ad integrarsi nella società per la loro fragilità.
Questo spiega quindi che il bullismo ha due vittime: il bullo e il bullizzato.
A noi tutti spetta il compito, certo non facile, di vigilare e cercare di dare il nostro aiuto quando ci accorgiamo che qualcuno sta vivendo un periodo di difficoltà.
D’altra parte, a ben pensarci, almeno una volta nella vita, seppur per un solo momento, a tutti è capitato di essere un po’ bulli perché una forma di bullismo può essere per esempio la voglia di escludere qualcuno da un determinato gruppo, senza pensare a quanto l’altra persona possa soffrire per quell’esclusione. Non bisogna dimenticare a quanto talvolta può ferire una battuta di troppo, apparentemente banale. Quante volte non ci siamo divertiti a ripetere quella battuta, sebbene fossimo consapevoli che non era gradita?
Naturalmente questo non vuol dire che non si può ironizzare o scherzare su qualche avvenimento, l’importante è capire lo stato d’animo di chi riceve questo scherzo.
In definitiva l’unica regola che può farci vivere in armonia e in serenità è comprendere che ognuno di noi ha la sua sensibilità che va rispettata.