Barcellona Pozzo di Gotto, la mia città, è il comune, dopo il capoluogo, con più abitanti nella Provincia di Messina. Sorge nella Sicilia settentrionale fra il fiume Mela e il torrente Patrì, e si trova su una pianura attraversata dal torrente Longano. Ma perché Barcellona si chiama così? Il nome della città ha origine dall’omonima città spagnola, mentre la denominazione “Pozzo di Gotto” deriva dalla costruzione, nella metà del 1400, di un pozzo per irrigare le terre coltivate appartenenti a Nicolò Goto di Messina e intorno al quale sorse un piccolo borgo. Barcellona fino al 1522 era una semplice contrada e la costruzione, intorno al 1595, della chiesa di San Sebastiano rappresenta la vera e propria nascita della cittadina. Barcellona e Pozzo di Gotto, separati del resto solo dal torrente Longano, grazie al decreto reale del 1835, si unirono costituendo il nuovo Comune. Ancora oggi il territorio comunale è ricco di beni culturali e ambientali, con origini greche, bizantine, arabe, normanne, medievali, e presenze archeologiche molto importanti anche se non numerose. Il centro urbano conserva ancora i vecchi quartieri con antiche case e vecchie strade, mentre i principali palazzi del Settecento e dell’Ottocento sorgono soprattutto lungo la storica via Garibaldi. Nel quartiere di San Giovanni e di Sant’Antonino c’erano anche, fino a qualche decennio fa, le fabbriche artigianali di botti per il vino, mentre nel quartiere chiamato i “Quartalari” venivano prodotti manufatti di terracotta e mattoni per l’edilizia. Il patrimonio artistico è rappresentato soprattutto dalle chiese. Quella di San Giovanni, dichiarata Monumento Nazionale, è del 1635, mentre sulla via Garibaldi sorge la cinquecentesca chiesa di San Vito, oggi adibita ad Auditorium. Ai monaci basiliani appartengono, invece, i resti dell’antichissimo Monastero di Gala del 1105 e, di notevole importanza, sono anche il Tempio di Santa Venera, il cui nucleo più antico è del periodo bizantino, e la nuova chiesa dei Basiliani. Il primo convento costruito in città dopo il periodo basiliano è però quello del Carmine, della seconda metà del Cinquecento, seguito poi dal convento di Sant’Antonio di Padova del 1622. Nata dalla fusione di due centri originari, la città possiede ancora oggi due chiese madri: a Pozzo di Gotto il Duomo di Santa Maria Assunta del 1620, a Barcellona la Basilica Minore di San Sebastiano del 1936. Quest’ultima custodisce le opere d’arte appartenute al vecchio Duomo, demolito negli anni Trenta del Novecento per permettere il prolungamento della via Roma. All’angolo tra la via Roma e la via Operai possiamo trovare il “Villino Liberty”, costruito nel 1911, oggi luogo di eventi culturali, così come l’ex Pescheria, ristrutturata nel 2011. Nella “Villa Primo Levi”, invece, sorge il nuovo “Teatro Mandanici, inaugurato nel 2012 e spesso sede di eventi e manifestazioni socio culturali che conferiscono alla città di Barcellona Pozzo di Gotto un notevole prestigio, e il “Monumento a Sebastiano Genovese”, scultura moderna in acciaio di Filippo Minolfi, autore anche degli affreschi nella Basilica di san Sebastiano. Poco distante si trova il “Monumento ai Caduti”, del 1970, opera progettata dall’architetto Giuseppe Fanfoni con la scultura in bronzo di Giuseppe Mazzullo. Nell’area della vecchia stazione ferroviaria è stato recentemente realizzato il Parco Urbano in onore del concittadino Maggiore Giuseppe La Rosa, morto in Afghanistan nel 2013 durante un attentato. Accanto al Parco è presente il “Seme d’arancia”, grande scultura in resina dell’artista barcellonese Emilio Isgrò, mentre al suo interno vi è il “Giardino di Proserpina”, opera dello scultore giapponese Hidetoshi Nagasawa. Nel territorio comunale esistono poi diversi Musei, di cui due etno-storici: uno intitolato allo storico Nello Cassata e con oltre 20.000 oggetti antichi, e l’altro il “Parco Museo Jalari”, realizzato con case in pietra e botteghe artigiane immerse nel verde riproducenti ambienti d’epoca. Nella frazione di Gala, invece, troviamo il “Museo delle mattonelle Epicentro”, opera dello scultore Nino Abbate, di cui fanno parte un migliaio circa di mattonelle espressamente realizzate da artisti italiani e stranieri, rappresentative di tutte le correnti e le tendenze dell’arte d’oggi. Senza dimenticare il Museo Didattico presso il Polo Museale “Foscolo”, esposizione e laboratorio di opere incisorie nazionali e internazionali, associato ad AMACI, cioè l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani. Due le biblioteche principali: la biblioteca Comunale “Nannino Di Giovanni” di via Regina Margherita, che contiene circa 30.000 volumi, incunaboli e cinquecentine, oltre a un archivio stampa organizzato per soggetti, spesso sede di incontri culturali legati alla valorizzazione della lettura e alla diffusione dei libri. E una biblioteca espressamente dedicata ai ragazzi che si trova, invece, nei Giardini Oasi di Piazza San Sebastiano. Pur non avendo una storia particolarmente antica, quindi, la cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto non è priva di luoghi di interesse storico, culturale e architettonico, spesso però sconosciuti agli stessi abitanti, soprattutto i più giovani che, come già accaduto negli anni precedenti alla pandemia, sarebbe bello venissero coinvolti in interessanti progetti di riscoperta del territorio realizzati dall’amministrazione comunale. Ciò perché conoscere meglio la propria città può aiutare i giovani ad amarla di più e rispettarla, evitando o contrastando tutti quegli episodi di vandalismo che la danneggiano orrendamente.
Veronica Biondo