Il film di “Barbie”, interpretata da Margot Robbie e diretto da Greta Gerwig , è il campione di incassi nel 2023 (oltre 1,38 miliardi). Questo film è il primo adattamento cinematografico live action della celebre serie di fashion doll della Mattel Barbie e affronta tematiche molto importanti come il ruolo della donna nel mondo. La trama insegna che una donna, per realizzarsi, non ha bisogno necessariamente di un uomo affianco a lei o di un matrimonio, ma di un lavoro che le permetta di vivere in perfetta autonomia. Insomma, il film racconta dell’emancipazione femminile e della lotta al patriarcato rappresentato nella pellicola da Ken, la versione maschile di Barbie. Barbie vive in un mondo immaginario gestito da sole donne in cui gli uomini non hanno un ruolo importante. Quando poi arriva nel vero mondo, quello di oggi, scopre che è completamente l’opposto del suo. Qui le donne non hanno tutti i diritti e non possono fare tutto quello che vogliono, ma gli uomini sì. Non essendo abituata a questa situazione Barbie rimane un po’ perplessa. Più avanti nel film è proprio Ken che porta il patriarcato in quel mondo immaginario, e le Barbie fanno di tutto per riportare il loro mondo alla solita armonia, facendo capire agli altri uomini la parità tra uomo e donna. Ed è la differenza tra quel mondo immaginario e quello vero che fa riflettere alla maggior parte degli spettatori. Come sarebbe un mondo in cui le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, dove non devono stare dietro a nessuno? Questo è il messaggio che il film vuole dare. E proprio per questo motivo “Barbie” è stato vietato in diversi paesi. Uno dei primi paesi a criticarlo pesantemente è il Libano dove il ministro della Cultura ritiene che vengano contradetti i valori della fede e della morale, che venga ridicolizzato il ruolo della madre e del matrimonio e che venga promossa l’omosessualità, nonostante in nessuna scena siano presenti relazioni dello stesso sesso. In Kuwait il film è stato addirittura vietato “per tutelare l’etica pubblica e le tradizioni sociali”, come ha affermato il sottosegretario, “perché il film promulga idee e convinzioni estranee alla società e all’ordine pubblico kuwaitiano”. “Barbie”, infatti, non è il primo film vietato in Kuwait, altri film sono stati censurati per gli stessi motivi. In Algeria il film è stato vietato, ma in ritardo, infatti 40.000 persone sono riuscite a vederlo. Anche in questo caso si è criticato il fatto che promuovesse l’omosessualità e non fosse conforme alle credenze religiose e culturali del Paese. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti si sono limitati a censurare alcune scene. Anche in Vietnam non è concesso vederlo, ma per un’altra motivazione particolare. In una scena è presente una cartina che mostra la Linea dei Nove Tratti. La linea è stata tracciata dalla Cina per indicare le rivendicazioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale, un’area ricca di risorse che veniva rivendicata da vari Stati, tra cui il Vietnam. Nel 2016 questa Linea era considerata legalmente non valida, però la sua presenza ha “offeso” questo Stato. Nonostante tutto il film è presente sulle piattaforme pirata e chi vuole lo potrà guardare pagandone poi le conseguenze. Un altro Stato in cui è vietato è la Corea del Sud, dove questo film è considerato troppo femminista ed è stato criticato molto anche dalla popolazione prima che il governo maschilista lo vietasse. Insomma, in quasi tutti questi Paesi la differenza tra uomo e donna è sempre più marcata e assai coercitiva per il sesso femminile.