di Elisa Cannone e Ginevra Suriano, 3H
Il 19 febbraio i ragazzi della classe terza H della scuola secondaria di 1° grado “P.N Vaccina” di Andria hanno visionato la mostra fotografica “AUT – obiettivo sulla Neurodiversità” accompagnati dalle docenti Giovanna Colasanto e Francesca Losappio.
L’autrice, la fotografa Mirella Caldarone, che ha dichiarato di fotografare – per amore della bellezza -, ha volto il suo sguardo questa volta sul disagio sociale e sui disturbi della relazionalità.
La mostra, il cui curatore è stato il sig. Sabino Liso, crea un clima di attenzione e partecipazione negli ambienti del Museo Diocesano “San Riccardo” di Andria.
Le foto stampate su alluminio riprendono sguardi, gesti legati alla quotidianità di ragazzi con spettro AUTistico.
Gli scatti sono il risultato di un periodo vissuto da Mirella Caldarone a stretto contatto con i giovani coinvolti in attività laboratoriali quali Summer Camp, weekend delle autonomie, corsi organizzati dalla Fondazione Pugliese per le Neurodiversità, il cui presidente è l’avv. Francesco Bruno.
Le persone con spettro autistico possono presentare livelli di gravità diversa relativa a problemi di tipo sociale, emozionale e comunicativo, spesso privilegiano comportamenti ripetitivi e faticano nell’accettare una routine diversa.
Un esempio può essere la passione di Davide per i peluche, che, anche se grande e forte, lo accompagnano nelle sue giornate, trasmettendogli sicurezza e tranquillità.
Molti dei ragazzi, poi, non si esprimono a livello verbale, ma trovano modi alternativi, per farlo come Andrea, che con un semplice scatto e con movimenti estremamente veloci riesce ad esprimere il suo stato d’animo o come Damiano, che, anche se silenzioso e molto quieto, trasmette le sue emozioni, dondolandosi avanti e indietro e producendo un echeggiare, che è solo suo, trovando anche molta gioia nell’immergersi in mare.
Quella per la fotografia è una passione, che l’autrice ha coltivato sin da piccola e che dura tuttora, infatti, Mirella Caldarone ha ricordato sua cugina, grazie alla quale ha cominciato a provare emozione nel vedere realizzare una fotografia in una camera oscura e, poi, magicamente prendere forma in una bacinella di acido.
Tutte le foto esposte sono state realizzate in bianco e nero, allo scopo di non distogliere l’attenzione dal più profondo, dai vissuti, che trapelano da ciascuna immagine.
L’esperienza si è conclusa con la visione di un video, che ha permesso a tutti di mettersi nei panni dei ragazzi con autismo, per vedere ed ascoltare il mondo come loro.
L’incontro con questa realtà è risultato speciale ed educativo per tutti.
Sicuramente ciascuno ha aperto il proprio cuore, per sentire e vedere ciò da cui spesso si distrae lo sguardo.