a cura di Agnese Paparelli – classe II/E – scuola Secondaria di I grado –
Era una bella mattinata di primavera e Bettina stava facendo compere al mercato, quando, in lontananza, sentì una voce che la chiamava.
– Bettina! Bettina aspetta!
Bettina riconobbe subito quella voce:era la sua migliore amica Costanza, che si parò di fronte a lei e l’abbracciò fortissimo.
– Bettina! Ho saputo che Giovanni ti ha chiesto la mano! Ti sembra giusto che io, proprio io, la tua migliore amica, lo venga a sapere da altri?
Bettina tentò di spiegare, ma Costanza l’interruppe subito.
– Allora? Hai detto di sì? Quando vi sposerete? Dove vi sposerete? Posso aiutarti ad organizzare tutto. L’abito l’hai confezionato? E soprattutto, potrò essere la tua damigella?
Bettina non ne poteva più di tutte queste domande; certo, Costanza, con i suoi lunghi capelli neri, i suoi occhioni verdi e l’aspetto mingherlino sembrava una santarella, ma se ci si metteva, sapeva essere davvero testarda.
– Aspetta Costanza!- gridò Bettina.
Tutti i presenti le guardavano sbigottiti: perchè mai una giovane fanciulla, sempre educata e gentile con tutti, avrebbe dovuto gridare in quel modo?
Le due ragazze, fingendo di ignorare gli sguardi delle signore che passavano di lì e le guardavano dall’alto in basso, si spostarono in un luogo più appartato, sotto una delle arcate che definivano la piazza del Comune.
Stavolta Costanza non osava parlare, aveva capito che qualcosa nell’amica non andava e sul suo viso ora non si vedeva più la felicità e l’emozione, si scorgeva solo preoccupazione, anche se ben camuffata da un sorriso radioso accennato.
– Ascolta, io vorrei sposare Giovanni, ma nessuno dei due ha abbastanza denaro per fare un matrimonio e mettere su casa- disse Bettina con le lacrime agli occhi.
Giovanni era un ragazzo alto, aveva gli occhi scuri e i suoi folti capelli ricci, neri come il carbone, erano sempre ben sistemati. Agli occhi di tutti sembrava un vero signore, ma in realtà era solo un povero contadino.
– Vai con fiducia al Monte di Pietà!- esclamò improvvisamente Costanza.
– Come, scusa?- chiese Bettina.
– Ma sì, può essere un’idea! Puoi depositare lì, in cambio di un prestito,quella collana che ti è stata regalata da quell’anziana signora di Firenze, sono sicura che varrà molti fiorini, dopotutto è fatta di perle e coralli! Inoltre al vostro matrimonio qualcuno vi regalerà sicuramente qualcosa e, anche grazie a quei piccoli regali, riuscirai presto a ripagare il debito.
– Sai che forse non è così male come idea? Potrei provare ad andare domani, tanto non ho molto da fare. Grazie Costanza!- disse Bettina abbracciando la sua amica.
Poi se ne andarono entrambe, ognuna a casa propria, per preparare il desinare. Il giorno dopo, Bettina si svegliò all’alba e alle sette di mattina era già in cammino verso il Monte di Pietà. Era una bella mattinata, il sole splendeva alto, ma, allo stesso tempo, soffiava un fresco venticello primaverile. La strada era deserta, si sentivano solo i passi di Bettina e il soave cinguettio degli uccellini.
Quando Bettina passò per la piazza, tutti i proprietari delle locande e delle botteghe si girarono per guardarla. Non era un fatto quotidiano vedere una giovane ragazza con lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, andare a passeggio in quell’orario. La fanciulla arrivò al Monte di Pietà e con trepidazione si preparò a formulare la sua richiesta, ma fu preceduta da una domanda:
– Salve, deve porre un pegno o riscattare un oggetto che aveva lasciato?- chiese il funzionario del Monte di Pietà.
– Buongiorno signore, vorrei porre alla sua attenzione questo pegno e sapere quanti fiorini può valere.
– Certo, mi faccia vedere!- rispose gentilmente il funzionario.
Bettina porse delicatamente la collana al funzionario.
– Questa collana è veramente preziosa, è sicura di volerla lasciare?
– Sì signore, mi servono alcuni fiorini per convolare a nozze!
Il funzionario osservò attentamente la collana, poi si alzò ed andò a prendere i fiorini conservati in cassaforte e li porse alla ragazza: dieci bei fiorini erano finalmente nelle sue mani! La ragazza, felice di avere abbastanza soldi, s’incamminò verso casa e lungo la strada incontrò Costanza.
– Costanza! E’ una fortuna averti incontrata! Alla fine stamattina mi sono svegliata all’alba e sono andata al Monte di Pietà, come mi avevi suggerito di fare.
– Dai, vieni a casa mia, così mi racconti tutto nei particolari!
Le due giovani passarono il pomeriggio a chiacchierare e a fantasticare sul matrimonio.
Bettina s’incamminò verso casa al tramonto, sempre più contenta di avere finalmente un gruzzoletto per poter sposare l’uomo dei suoi sogni.
Dopo due settimane di intensi preparativi, arrivò il giorno tanto atteso. La cerimonia fu molto commovente, mentre, durante il pranzo, ci fu un’atmosfera di puro divertimento: tra balli, canti e tante cose da mangiare.
I due sposi, che avevano realizzato il loro più grande sogno grazie al Monte di Pietà, fecero ritorno al loro nido d’amore, la loro casetta semplice e modesta, con una felicità incontenibile nel cuore!