– di Pietro Rossi IIA
Il 22 marzo 2019 è stata una giornata molto importante per la nostra scuola perché alcune classi si sono esibite sul palco dello storico Teatro San Carlo. Un’esperienza davvero unica.
Un’associazione musicale, Europa InCanto, ha organizzato il progetto a cui le classi selezionate hanno partecipato: “Scuola InCanto”. Lo scopo di questo progetto è proprio quello di far conoscere, cantare e amare l’opera lirica già a scuola. Quest’anno è stata messa in scena l’opera “Turandot” di Giacomo Puccini. Tutti i ragazzi hanno lavorato sodo per prepararsi al giorno della rappresentazione, e ne è assolutamente valsa la pena. E non solo loro, ma anche i professori hanno fatto un grande lavoro per prepararli al meglio.
Nell’opera di Puccini, ambientata a Pechino, si narra di una giovane principessa di nome
Turandot. Suo padre, Altoum, l’imperatore della Cina, vorrebbe che ella si sposasse, ma lei non vuole per nessun motivo. Così fanno un patto: chiunque sia di sangue regio che risolverà tre enigmi proposti da Turandot, avrà la sua mano. Ma chi non ci riuscirà, verrà decapitato. Molti principi tentano la sorte, ma nessuno di loro riesce a risolvere i tre enigmi. Persino il Principe di Persia non riesce a risolverli, e così inizia l’opera: il Mandarino dichiara la sua imminente esecuzione. Il popolo chiede la grazia, ma Turandot non ha pietà. Allora è il principe Calaf a rischiare la vita per la bellissima principessa. Con grande sorpresa da parte di tutti, riesce a risolvere i tre enigmi. Turandot supplica il padre di non darla in sposa allo straniero; il principe, da parte sua, non vuole obbligarla ad un’unione che chiaramente la rende infelice, perciò le offre uno stratagemma per fare in modo che ciò non accada: prima dell’alba dovrà indovinare quale
sia il suo nome; se ci riuscirà, allora potrà metterlo a morte.
Durante quella notte nessuno dovrà dormire, e Turandot arriva anche a torturare Liù, che lei stessa dichiara di essere l’unica persona a sapere il nome del principe.
Liù però non vuole assolutamente dire il nome, nonostante le torture, poiché un giorno si è innamorata di Calaf, ed è disposta anche a morire a patto che lui rimanga in vita. Così decide di uccidersi con un pugnale, poiché sicura di non poter più sopportare le torture di Turandot.
Calaf rimprovera la principessa per aver ucciso una persona così cara a lui, e cerca di sciogliere il cuore di ghiaccio di Turandot, dandole un bacio, a cui lei non riesce a resistere. Il principe addirittura arriva al punto di rivelarle il suo nome: Calaf. Potrà perderlo, se vuole.
All’alba, Turandot dichiara di conoscere il nome dello straniero. Il suo nome è… Amor. Turandot e Calaf si abbracciano calorosamente. L’amore aveva trionfato. La folla era in festa, erano tutti avvolti da una grande emozione, una straordinaria sensazione di felicità.
Attraverso questo progetto, anche noi abbiamo provato le stesse emozioni dei protagonisti della storia in quel meraviglioso teatro dove si è creata un’ atmosfera magica di luci e colori che ha coinvolto noi ragazzi, gli attori, e anche gli spettatori. Un momento particolarmente toccante è stato il finale in cui abbiamo cantato “Nessun dorma” il brano più conosciuto di quest’opera, così come Calaf ha vinto l’amore di Turandot, anche per noi tutti è stata una grande vittoria.